Inchieste19 luglio 2022 15:30

Il porticciolo di Cogoleto: 100 milioni di cemento e veleni

Ferruccio Sansa: "Torna il partito del cemento. E tornano tutti i rischi che porta con sé: tombare in mare i rifiuti della Stoppani garantisce la salute della gente? Ed è una buona pubblicità per attirare turisti a Cogoleto?"

Il porticciolo di Cogoleto: 100 milioni di cemento e veleni

"Leggiamo con grande preoccupazione la notizia che il Comune di Cogoleto ha intenzione di realizzare l'ennesimo porticciolo, nonostante la Liguria abbia già il record di posti barca (1 ogni 47 abitanti), molti tra l'altro vuoti. Nonostante magistrati come Anna Canepa abbiano detto che i nuovi moli possono servire alle mafie per radicarsi nella nostra terra."

Così il consigliere d'opposizione in Regione Liguria Ferruccio Sansa, che prosegue:
"Eppure ecco che arriva il nuovo progetto di Cogoleto, un'opera che costerà 100 milioni.
Ma andiamo nel dettaglio, grazie anche al prezioso aiuto del consigliere comunale M5S di Cogoleto Luca Gotro che ha sollevato il caso. E grazie a un articolo di Nello Trocchia, comparso oggi sul sito del giornale Domani (https://www.editorialedomani.it/.../limprenditore-sotto...)."

"La relazione della ditta che ha presentato il progetto - la Blue Life srl - parla di 520 posti barca, 6.000 metri cubi di edifici commerciali e magazzini, più le immancabili abitazioni. Cemento, cemento e ancora cemento proprio a pochi passi dalla Stoppani, fabbrica che ha martoriato il territorio e la salute della gente di Cogoleto. Ecco l'idea di sviluppo che continua a dominare in Liguria.

Ed ecco il primo punto che ci allarma: la relazione del progetto rivela che i cassoni del porticciolo diventeranno contenitori del materiale inquinato della Stoppani che fino a oggi è conservato sul piazzale antistante alla fabbrica. Una soluzione che solleva preoccupazione per la popolazione e i turisti (certo i moli imbottiti di veleni non sono una buona pubblicità per Cogoleto).
Non basta a tranquillizzare l'immancabile pennellata di specchi solari e la definizione di porticciolo 'ecologico' che di questi tempi va tanto di moda."

"Un altro punto richiede assolutamente un chiarimento, visto anche che il progetto prevede finanziamenti statali e un partnership pubblico-privato: nel febbraio 2014, come scrisse Repubblica, "un'operazione contro la camorra della Direzione Distrettuale Antimafia (dda) di Napoli portò all'arresto di 29 persone e al sequestro di 20 villette sulla collina di Cogoleto". Ricordano le cronache comparse all'epoca che "le villette erano di proprietà della società Green Life che fa capo a Ciro Smiraglia (napoletano trapiantato a Roma)" (Repubblica, 4 febbraio 2014). Il Fatto Quotidiano scrisse che Smiraglia è "il nipote del defunto boss Michele Zaza...".

La società oggetto del sequestro del 2014 si chiamava, appunto, Green Life srl. Impresa, come dicono gli atti camerali da noi consultati, inizialmente partecipata da Ciro Smiraglia che con gli anni ha ceduto le azioni ad altri soci della famiglia Smiraglia e a Giuseppina Zaza ("sorella del boss Michele Zaza", scrive Trocchia), attuali proprietari.

"Quell'inchiesta è finita in niente", sostiene il rappresentante legale della società, l'avvocato Simone Tiraoro. Vero. Ma forse qualche domanda resta, almeno a leggere quello che scrive Trocchia: "L’accusa di camorra è caduta per Ciro Smiraglia... ma ne resta in piedi un'altra per associazione a delinquere... Nel 2016, la procura di Roma, per una vicenda legata a presunti frodi nella vendita di auto, chiede il rinvio a giudizio di Ciro Smiraglia, considerato il dominus dell’associazione a delinquere. Il processo è in corso".

Scrive ancora Trocchia: "Smiraglia si è sempre detto estraneo a quelle frodi, di diverso avviso la procura, i giudici stabiliranno le sue eventuali responsabilità. La sorella Luisa, amministratrice delle aziende, viene inizialmente coinvolta nell’indagine, finisce ai domiciliari, ma poi totalmente prosciolta".

Chissà se il sindaco di Cogoleto, Paolo Bruzzone, sapeva queste cose. Lo stesso sindaco per tanti anni è stato collega di partito e di consiglio comunale di Simone Tiraoro, l'avvocato delle società.

Torniamo adesso al progetto: la società che oggi si propone di realizzare il porticciolo si chiama Blue Life. Sempre gli atti camerali dicono che la Blue Life è di proprietà della stessa Green Life (60% delle quote), riconducibile alla famiglia Smiraglia, e di un altro parente. L'amministratore delle due società è la stessa persona. Si può quindi dire che l'operazione è guidata dagli Smiraglia.
Non solo: la Green Life risulta proprietaria di decine di immobili e terreni in zona. Insomma, Cogoleto è al centro dei suoi affari.

Sulla pagina Facebook del sindaco di Cogoleto, Paolo Bruzzone, il progetto del nuovo porticciolo è stato presentato in pompa magna e commentato da decine di persone. Tra queste un certo Ciro Smiraglia di Napoli che pare bene informato sulla questione. Si tratta soltanto di un omonimo?"

"I soldi necessari per realizzare l'opera arriveranno da Blue Life, "dal fondo inglese Chesterfield", ma è previsto, appunto, un partenariato pubblico-privato. Insomma, ci sarebbe di mezzo anche un massiccio investimento pubblico.

Siamo alle solite: c'è ancora in Liguria chi crede che sviluppo voglia dire cemento.
Ma il sindaco di Cogoleto deve prima qualche risposta ai suoi cittadini: perché ha presentato pubblicamente il progetto di una società privata? Gli sembra opportuno anche considerando che l'avvocato della società è stato tanto a lungo suo compagno di partito e di consiglio comunale?

Il Sindaco era a conoscenza degli episodi di cronaca che abbiamo citato?
E infine: tombare in mare i rifiuti della Stoppani garantisce la salute della gente ed è una buona pubblicità per attirare turisti a Cogoleto?" conclude Sansa.

comunicato stampa

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