News04 agosto 2022 11:19

Elezioni: il rapporto tra politica e società

Mentre restano sullo sfondo i contenuti, l'essenza dell'oggetto del contendere per il prossimo 25 settembre sta nella riduzione della rappresentanza politica e nella modifica della Costituzione nel senso della semplificazione presidenzialista (di Franco Astengo)

Elezioni: il rapporto tra politica e società

Definita erroneamente come "crisi delle democrazie liberali" l'idea (vincente fin dagli anni'80) della riduzione del rapporto tra politica e società intesa come "taglio dell'eccesso di domanda" ha subito nel corso dell'ultimo periodo una ulteriore, vera e propria torsione anti-popolare a causa della triade: difficoltà della globalizzazione; emergenza sanitaria, scenario internazionale.

Questo punto di analisi di carattere generale sta impattando in modo specifico sullo scenario delle prossime venture elezioni italiane.

Un quadro reso più complicato da un insieme di fattori che non possono essere analizzati in questa sede.

Andando per ordine:

1) da destra si cerca di sfruttare la richiesta di protezione e di conservazione (anche nazionalistica) cresciuta con il radicalizzarsi delle contraddizioni sociali imponendo un taglio dell'eccesso di domanda attraverso la riduzione del quadro di governo considerando troppo complesso quello proposto dal sistema politico definito dalla Costituzione Repubblicana. In questa direzione si muove la proposta presidenzialista che deve essere valutata analizzando questo preciso contesto;

2) dalla parte del PD si è rimasti legati all'antico schema che prevede una crisi specifica del nostro sistema politico dovuta all'assenza di un meccanismo bipolare (tendenzialmente bipartitico) di alternanza che si vorrebbe "temperato" da alcune opzioni comuni con l'altro segmento: atlantismo, europeismo, correzione dell'impianto liberista neo - novecentesco.

La tematizzazione delle elezioni 2022 si sta sviluppando proprio attorno a questi due riferimenti che prevedono comunque un elemento comune: il taglio delle ali e il restringimento decisionista nel rapporto politica/società (nasce da qui l'indifferenza per l'astensionismo, considerato un elemento "fisiologico" del sistema).

Collocato sullo sfondo il tema dei contenuti (sul quale la destra trova comunque più facilmente la quadra essendo maggiormente nelle sue corde l'accentramento del rapporto di governo) la questione si gioca esclusivamente sul tavolo dell'autonomia del politico e dell'impermeabilità dalle istanze sociali: la riduzione della rappresentanza politica (incautamente scambiata da principianti come assalto alla casta) e la modifica della Costituzione nel senso della semplificazione attraverso il presidenzialismo rappresentano così l'essenza dell'oggetto del contendere per il prossimo 25 settembre.

La presenza della sinistra in Parlamento intesa come elemento di riduzione del danno arrecato al sistema dalla semplificazione (sostanzialmente autoritaria) diventa così elemento determinante per impedire la realizzazione completa di questo disegno: sul come costruire questa presenza francamente mi pare che la via più opportuna potrebbe essere quella di realizzare una sorta di almeno parziale accantonamento della "vocazione maggioritaria" da parte del PD.

Si tratterebbe di far sì che almeno da quel lato del campo si conservasse comunque una pluralità di presenza politica e istituzionale da parte di una sinistra autonoma per limitarne la circoscrizione a un'area di servizio dell'ipotesi centrista ( ipotesi ovviamente del tutto negativa rispetto alla qualità delle difficoltà presenti sul piano internazionale, economico, sociale).

Franco Astengo

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