"Nel Palazzo della Regione al voto c’era la risoluzione che chiede alla giunta Toti di esprimere al governo la contrarietà al progetto di ricollocazione della nave rigassificatrice da Piombino a Vado Ligure. La risoluzione è stata respinta con 19 voti contrari e 12 favorevoli".
"I comitati non si arrenderanno e noi con loro. Non si arrenderanno perché da oltre 30 anni subiscono gli impatti della convivenza con una centrale elettrica che con il suo carbone ha avvelenato le persone, che si sono ammalate, sono morte. A dirlo non sono i comitati, ma il CNR".
"Non si arrenderanno perché hanno portato in tribunale i manager della Tirreno Power per disastro ambientale causato dal funzionamento pluri-decennale della centrale a carbone. La sentenza è ormai attesa a giorni".
"Non si arrenderanno perché la loro protesta non è solo contro il trasferimento del rigassificatore a Vado ma è un chiaro no al rigassificatore, al business del GNL che sembra rispondere più agli interessi delle aziende coinvolte, come Snam e Intesa Sanpaolo, che ai bisogni energetici reali del paese, un no ai combustibili fossili e per finire un no alle zone di sacrificio come quella di Vado Ligure in nome di un'immutabile agenda estrattivista".
"Siamo stati accanto ai comitati liguri per tutto il processo a Tirreno Power e vogliamo continuare a sostenere questo territorio e i suoi comitati, per questo abbiamo contribuito alla contestazione avanzando le nostre osservazioni al processo di valutazione unica del progetto di spostamento". "Siamo molto grati agli abitanti di Vado e Savona per averci accolto e orgogliosi di fare la nostra parte in questa battaglia che sfida quelli che noi non a caso abbiamo chiamato Padroni del clima" concludono da ReCommon. |