News21 febbraio 2024 14:52

Medici ospedalieri sotto pressione: cresce il malumore tra gli operatori sanitari e aumentano le incomprensioni con i cittadini

Liste d'attesa, scarsa attrattività del Servizio Sanitario Nazionale per i giovani medici, eccesso di richieste e pazienti che non si presentano senza disdire gli appuntamenti: l'allarme dell'Ordine dei Medici

Medici ospedalieri sotto pressione: cresce il malumore tra gli operatori sanitari e aumentano le incomprensioni con i cittadini

"In un contesto sanitario sempre più complesso, i medici ospedalieri stanno affrontando sfide significative che  incidono direttamente sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini" dichiarano Luca Corti - Presidente - e Duccio Buccicardi -Consigliere dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Savona.

 

"La crescente insoddisfazione e le  incomprensioni con i cittadini sono fenomeni che richiedono attenzione e soluzioni concrete.

Il problema delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie è il risultato di diversi fattori, tra cui la carenza di  specialisti in molte branche, causata da una errata programmazione post-laurea che è perdurata per decenni  fino al 2021, anno in cui i ministeri competenti hanno finalmente ampliato l'accesso alle scuole di  specializzazione, ma il gap deve ancora essere colmato completamente. 

 

La scarsa attrattività del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per i giovani medici è un altro elemento critico. Gli  stipendi che si collocano al penultimo posto in Europa (in rapporto al costo della vita), l’elevato contenzioso  medico-legale, le difficoltà nella fruizione di ferie e riposi e nel conciliare il lavoro con la vita privata, oltre alle  carenze strutturali e tecnologiche, contribuiscono a rendere sempre meno appetibile la professione medica  nell’ambito pubblico". 

 

"Un altro aspetto da considerare è l’eccesso di richieste, talvolta inappropriate, che gravano sul sistema  sanitario. Questo fenomeno è in parte attribuibile a una gestione dell’informazione sanitaria non corretta, sia  da parte dei media che da parte dei professionisti stessi. Inoltre, l’alta percentuale di pazienti che prenotano  visite ed esami senza poi presentarsi crea ulteriori difficoltà nella corretta gestione delle risorse. 

 

È fondamentale chiarire il ruolo dell’attività libero-professionale dei medici ospedalieri (nota come attività  intramoenia), che viene svolta al di fuori ed in aggiunta all’orario lavorativo, rinunciando ad una parte del  proprio tempo libero. Durante l’orario di lavoro (contrattualmente stabilito in 38 ore settimanali) questi  medici sono soggetti a carichi di lavoro spesso eccessivi, correlati alla cronica carenza di personale. È  essenziale comprendere che l’attività intramoenia non rappresenta una scorciatoia per accelerare i tempi di  fruizione delle prestazioni sanitarie, ma piuttosto un servizio aggiuntivo a favore dei cittadini. 

L’offerta di prestazioni intramoenia consente inoltre ai pazienti di scegliere liberamente il professionista cui  affidarsi, a differenza di quanto accade accedendo alla medesima prestazione a carico del SSN.  I medici che esercitano la libera professione intramoenia sono inoltre tenuti a versare una percentuale  variabile del proprio compenso all’ASL di appartenenza, che serve a coprire le spese sostenute dall’azienda  per consentire l’erogazione della prestazione sanitaria ed è commisurata alla complessità dell’atto medico,  all’utilizzo delle infrastrutture ed apparecchiature aziendali e all’eventuale costo del personale tecnico infermieristico di supporto". 

"In questo momento critico - concludono dall'Ordine - chiediamo alla comunità di comprendere le sfide che gli operatori sanitari stanno  affrontando e di supportare gli sforzi volti a migliorare il sistema sanitario nazionale. Solo con una  collaborazione stretta tra operatori sanitari, istituzioni e cittadini possiamo affrontare efficacemente le sfide  attuali e costruire un futuro più resiliente per la nostra sanità". 

comunicato stampa

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