News21 luglio 2025 15:30

Novità per il porto di Savona

Il gruppo FHP acquisisce l'80% del terminal rinfuse di Savona, gestito finora dalla famiglia Ghiliotto (di Franco Astengo)

Novità per il porto di Savona

FHP group integrando CFI e Lotras è diventato il principale operatore italiano di logistica marittimo-terrestre nella movimentazione terminalistica di merci rinfuse.

Fino a qualche giorno fa nel portafoglio di FHP c'erano presenze nei porti di Carrara, Livorno, Monfalcone, Marghera e Chioggia, oltre ai quattro siti terrestri di Fiorenzuola d'Arda, Incoronata, Piedimonte San Germano e Valle Selva che servono le attività intermodali ferroviarie del gruppo.

Adesso si è aggiunta l'acquisizione dell'80% del terminal rinfuse di Savona gestito finora dalla famiglia Ghiliotto.

L’accordo sottoscritto prevede di acquisire la maggioranza della società BuT – attiva nella logistica nel settore delle rinfuse bianche e grigie (fertilizzanti, minerali di ferro, carbonato di sodio, rinfuse a destinazione agricola e industriale) – che vanta una esperienza pluridecennale nelle merci prevalentemente destinate ai mercati del Nord e Nord-Ovest della Penisola.

Per il terminal savonese si tratta di entrare in un gruppo che propone ai grandi movimentatori di merci una attività di projet cargo e trasporti eccezionali anche per le dimensioni dei singoli pezzi, come tipicamente avviene a Carrara con le turbine di Baker & Hughes, la ex-Nuovo Pignone cliente di Fhp.

Il grosso del businness però è rappresentato dalla movimentazione di rinfuse, merci sciolte, e materie prime per il settore siderurgico, della cellulosa e dei cereali aprendo una finestra sul mondo perché il traffico merci in Italia è spaccato a metà come una mela con 70 milioni di tonnellate l'anno operate con container e 60 milioni alle rinfuse.

Ma mentre il sistema di traffico via container è controllato da pochi operatori nel mondo quello delle rinfuse rappresenta una realtà sia terrestre sia marittima estremamente frammentata.

Su questa geografia si innesta il progetto lanciato nel 2019 da Fhp e Savona si trova così parte di un progetto di ampliamento delle proprie capacità pur conservando quote di partecipazione ai precedenti proprietari, ruolo, personale e collaboratori.

Dai vertici di FHP ricordano anche (cfr. Il Corriere della Sera Economia 21 luglio) come operazioni di questo tipo si collochino anche in un ambito di pratiche di sicurezza del lavoro e di legalità ricordando come la "vicenda Toti" di recente memoria fosse stata innescata anche dalla contestata gestione delle rinfuse genovese.

Le istituzioni e il territorio savonesi sono pronti per un passaggio di questo tipo al di là dello specifiche delle dinamiche aziendali fin qui esposte ?

Questo discorso ci porta però al tema generale del modello di sviluppo del nostro territorio sia dal punto di vista dell'isolamento territoriale (salta evidente il tema del raddoppio ferroviario verso il Nord Ovest: sia Torino, sia Alessandria- Milano e delle Funivie ferme dal 2019) sia sotto l'aspetto del retroterra industriale il cui processo di ripresa deve assolutamente passare da un recupero delle aree dismesse nel Vadese e in Val Bormida e dall'elaborazione di un progetto di re-industrializzazione che superi i margini ristretti dell'accordo di crisi industriale complessa: processo/progetto di re-industrializzazione da portare avanti in un'ottica di comprensorialità istituzionali che deve prevedere visione e capacità di programmazione in una situazione che rimane di grande incertezza sul piano della realtà di scambio (ragione di più per attrezzarci).

Franco Astengo