News15 agosto 2019 08:14

Le sinistre unite contro il Decreto sicurezza bis

La denuncia: il Decreto mira, tra l'altro, ad annullare gli spazi di libertà personale e collettiva attraverso la criminalizzazione del dissenso espresso con le proteste di piazza, arrivando a superare in rigidità le norme fasciste di polizia del 1931

Le sinistre unite contro il Decreto sicurezza bis

Il 5 agosto, dopo l'approvazione della Camera il 24 luglio, anche il Senato ha approvato il Decreto Sicurezza bis, contenente ulteriori inasprimenti di pene e sanzioni per il soccorso in mare dei naufraghi migranti e di misure repressive nei confronti di espressioni di manifestazioni di dissenso e conflitto sociale, sul voto del quale il governo aveva posto la fiducia.

Salvini, impegnato unicamente nella sua continua perversa campagna elettorale basata su una presunta emergenza sicurezza interna e un presunto attacco ai “sacri confini”, ha commentato su Twitter: “Grazie agli italiani e alla Beata Vergine”, espressione talmente falsa e opportunistica da risultare tragicamente comica.

I 5S, pur di ottenere e mantenere la poltrona, si sono alleati con la Lega in un governo che ha smantellato principi democratici fondamentali, con conseguente crollo dei consensi in favore di un aumento inarrestabile di quelli della Lega e dando il proprio appoggio incondizionato anche a quest'ultimo provvedimento neofascista.

Tale Decreto, ora legge dello Stato, al grido di “Prima gli italiani!”, da un lato, dichiarando fuori legge il soccorso in mare dei naufraghi migranti, produrrà morte e sofferenza per tanti disperati che chiedono solo il diritto ad una vita libera e dignitosa, dall'altro, attraverso la criminalizzazione del dissenso espresso con le proteste di piazza, mira ad annullare gli spazi di libertà personale e collettiva, arrivando a superare in rigidità le norme fasciste di polizia del 1931.

Le norme antimigratorie servono a fomentare una guerra tra poveri che è funzionale al sistema che sfrutta italiani e stranieri in eguale misura, un sistema che utilizza queste formule per nascondere le responsabilità di una classe politica asservita agli interessi delle borghesia e del capitale. 

La repressione mira a prevenire qualsiasi forma di dissenso messa in atto dalla classe lavoratrice, dagli sfruttati, dagli emarginati e da tutta quella parte di società civile che lotta e lotterà contro il vero nemico. 

E' l'espressione di un sistema dannoso, mirato ad insinuare odio, che non considera i diritti fondamentali della vita delle persone, distraendo le menti con parole vuote e tonanti somministrate alla folla da balconi virtuali.

Oltre alla grave ingiustizia insita in questo provvedimento omicida e liberticida, il governo, ormai in crisi, ha dimostrato una totale indifferenza alle vere e comprovate emergenze del nostro paese che, purtroppo, non possono essere licenziate con i soliti slogan privi di ogni valenza politica e sociale: ricatto occupazionale attraverso la distruzione dello Statuto dei Lavoratori, morti sul lavoro (482 nei primi 6 mesi del 2019 in crescita rispetto al 2018), evasione fiscale, un sistema sanitario orientato al profitto del privato a scapito delle fasce deboli, la pubblica istruzione in sfacelo, un sistema mafioso i cui profitti sommersi si avvicinano sempre più al PIL del paese, infiltrato in ogni aspetto della vita dei cittadini, soprattutto attraverso la costruzione delle “grandi opere” tanto devastanti quanto inutili.

E' comunque necessario tenere ben presente che non si tratta solo di provvedimenti antidemocratici, ma è una modalità volta a tutelare e preservare la continuità di un sistema.

Infatti è chiaro e lampante come al disfacimento del tessuto lavorativo e sociale italiano abbiano contribuito precedenti provvedimenti governativi che si chiamano Jobs Act, Buona Scuola, consenso alle devastazioni delle grandi opere, provvedimenti antimigratori (decreto Minniti) che avevano già spianato la strada a questa deriva liberticida e tanto altro, in un crescendo di mala politica e leaderismo egocentrico che ha colpevolmente aperto le porte al neofascismo incombente.

Alla luce di tutto questo e agli ultimi accadimenti sfociati in una crisi di governo ordita in spiaggia, si rende doveroso procedere alla chiamata unitaria dei comunisti, della sinistra di classe di quelle forze politiche e associative che condividono i principi di antifascismo, anticapitalismo, libertà dei popoli, giustizia sociale, tutela del lavoro e dei lavoratori, contro ogni forma di discriminazione, razzismo e sfruttamento, al fine di contrastare questa deriva liberticida e fascista, indifferente al rispetto dei fondamentali diritti civili e umani. 

Occorre un rapido confronto, sia in termini nazionali che locali, volto alla concretizzazione di un’iniziativa politica fondata sui valori sopra citati e sulle azioni da svolgere affinché tali valori tornino ad occupare il posto più alto nella mente e nel cuore delle persone.

Partito Comunista Italiano federazione di  Genova

Partito della Rifondazione Comunista Genova

Sinistra Anticapitalista Genova

Altra Liguria

Sinistra Italiana Genova

Emergency Genova

Ass. Italia-Cuba Circolo “Foresti-DeVena” Genova

Ass. Senza Paura-Restiamo Umani

Ora in Silenzio contro la guerra

Ass. Culturale Liguria-Palestina

Comunità San Benedetto al Porto

com

Ti potrebbero interessare anche: