News28 novembre 2019 16:02

Valbormida: PD all'attacco su treni e sanità

Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Berrino, quella di oggi è stata un’altra giornata di passione per i pendolari savonesi sui treni da e verso la Val Bormida. Quanto alla sanità, l’intervento che potrebbe risolvere realmente i problemi sanitari di questo territorio è l'ospedale pubblico di area disagiata, non la privatizzazione

Valbormida: PD all'attacco su treni e sanità

Treni e carrozze insufficienti, pendolari schiacciati uno contro l’altro all’interno dei vagoni o costretti ad aspettare, per diversi minuti sui binari. E poi ritardi, lunghe attese e viaggi interminabili per raggiungere la scuola o il posto di lavoro. A quanto raccontano e documentano - con tanto di foto e video - i pendolari savonesi l’aggiunta, in extremis, di qualche carrozza avvenuta nella tarda serata di ieri non ha migliorato la situazione per chi viaggia su questa tratta, che è l’unico modo per raggiungere la Val Bormida.

È evidente che bisogna aumentare il numero dei treni introducendo dei convogli straordinari e più capienti, in attesa dei nuovi treni che verranno messi a disposizioni a partire dal 5 dicembre grazie all’intervento del ministro De Micheli. Aggiungere, come ha fatto oggi Berrino, 150 posti in più (contando anche quelli in piedi) è un semplice palliativo che non risolve la situazione e costringe i pendolari a viaggi delle speranza, schiacciati uno contro l’altro: a essere coinvolte ogni giorno sono almeno 1000 persone, con le proposte di Berrino si arriva a stento a 700. Serve un intervento che ci traghetti almeno fino al 5 dicembre, perché la situazione non degeneri ulteriormente. Berrino concordi l’aggiunta di nuovi treni con la Regione Piemonte, responsabile della tratta in questione, altrimenti la situazione diventerà sempre più ingestibile, visto che già oggi le code sulle strade sono di livello epocale. 

Tpl deve aggiungere delle navette da e per la stazione di San Giuseppe - che è la fermata di riferimento per molti Comuni della zona – sulle direttrici di Cairo Montenotte, Carcare e Millesimo per impedire che si ripeta il caos viabilistico di questi giorni. Molte persone che prima utilizzavano il mezzo privato, con la chiusura del Cadibona, si riversano sui treni, ma per raggiungere la stazione non possono far altro che prendere la macchina e parcheggiare nella zona di San Giuseppe sta diventando un enorme problema.  

Vorremo anche sapere dalla Giunta ligure quali e quanti saranno i nuovi treni che arriveranno nella nostra regione a partire dal 5 dicembre, per capire se l’offerta sarà adeguata all’emergenza in atto. I fondi stanziati dal Ministero delle Infrastrutture dovranno essere spesi per aumentare il servizio e per ampliare l’integrazione modale ferro/gomma e non, come l’anno scorso, per coprire il mancato aumento tariffario di Trenitalia e pagare i costi ordinari della Regione, come il servizio Navebus e l’integrazione con Amt. 

Non capiamo, inoltre, per quale ragione a Genova gli autobus siano gratuiti sino a fine emergenza e i treni no, creando una situazione paradossale per i pendolari. Il trasporto pubblico su ferro, soprattutto per le lunghe percorrenza, va incentivato perché non impatta sulla viabilità già congestionata (a differenza di quello su gomma). Senza contare che il treno è il mezzo maggiormente utilizzato dai pendolari nelle tratte urbane ed extra urbane. Per spingere le persone a scegliere la ferrovia, però, occorre offrire un servizio adeguato (più convogli) e gratuito, almeno nelle tratte più critiche, come è stato fatto per i bus. Su questo punto siamo pronti a fare la nostra parte nella sessione di Bilancio in Regione e anche a Roma.

I consiglieri regionali del Pd Mauro Righello e Giovanni Lunardon intervengono poi su quanto dichiara la Giunta regionale in relazione al mantenimento dei servizi sanitari in Val Bormida, a seguito della paralisi viaria che, di fatto, ha isolato questa vallata.

“Siamo lieti che la Giunta ligure faccia proprie le istanze del territorio – dicono i due esponenti del Partito Democratico – e in particolare abbia accolto le richieste dei consiglieri comunali del gruppo Cairo Democratica e una nostra mozione analoga trasmessa al Consiglio regionale. Oltre agli annunci e alle tabelle economiche legate a questi servizi, però, vorremmo vedere gli atti con i quali sono state deliberate queste iniziative: atti che, al momento, non sono stati prodotti. Non c'era bisogno dell'emergenza per comprendere che i servizi sanitari in Val Bormida sono insufficienti, ma è certamente indispensabile, in questa fase, che almeno tali servizi vengano mantenuti. L’intervento che potrebbe risolvere realmente i problemi sanitari di questo territorio è l'ospedale pubblico di area disagiata, non la privatizzazione, che, tra l’altro, non è dato sapere quanto verrà avviata e che, al di là dei proclami di Toti, rischia di non garantire né il servizio, né i lavoratori che ancora aspettano un accordo”.

La richiesta che, sia i consiglieri comunali cairesi sia quelli regionali Righello e Lunardon hanno promosso, nasce non solo dall'isolamento viario che si è creato con l'interruzione della A6 e della provinciale del colle di Cadibona, ma anche dal fatto che, dal settembre scorso, da mercoledì a domenica, non è più prevista la presenza di un medico anestesista all'interno dell'ospedale di Cairo e che tale mancanza incide anche sul funzionamento del Punto di Primo Intervento, oltre alle oggettive difficoltà che il medico anestesista reperibile potrebbe incontrare nel raggiungere il nosocomio valbormidese.

“E' indispensabile – concludono Righello e Lunardon - che Asl 2 mantenga l'automedica aggiuntiva per la Val Bormida e l'accordo con gli ospedali di Mondovì e Cuneo, per eventuali ricoveri urgenti di pazienti”.

com

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