Il comunicato di Autostrade, che linkiamo in calce, ci pare volto a due obiettivi principali:
rimarcare che i tempi di approvazione dei progetti da parte del Ministero sono sempre biblici, mentre il rampante privato desideroso solo di offrire sicurezza e ottimi servizi scalpita nell'attesa della pachidermica burocrazia ministeriale;
chiarire che il Consiglio di Amministrazione non mette becco sulle valutazioni tecniche: è il Direttore di Tronco che “ha facoltà e obbligo di assumere in piena autonomia i provvedimenti sulla circolazione conseguenti ad eventuali situazioni di urgenza o somma urgenza”.
Insomma, il piano B sembra chiaro: se non funzionasse la normale trafila (tutti colpevoli- nessun colpevole, è il sistema che non funziona signora mia), si tenterà di cavarsela facendo saltare una testa sola: quella del povero Marigliani, il meno telegenico e il più fantozziano di tutti i manager, come scriveva Lombezzi tempo fa.
Senz'altro è vero che la posizione di direttore di Tronco comporta delle responsabilità: ma forse, in questo caso, è davvero il famigerato “sistema” da rivedere, iniziando proprio dalle concessioni.
Non basterà a mettere in pace 43 morti, centinaia di sfollati e una regione spezzata in due raccontarci che uno ha sbagliato, metterlo alla gogna e sostituirlo per riaccomodarsi immediatamente nel solito trantran e ricominciare a contare le palanche dei pedaggi come se nulla fosse.