Nella lettera datata 28 febbraio 2018 e pubblicata ieri dall'Espresso, il direttore delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, metteva in guardia il Ministero e il Provveditorato sui rischi per la sicurezza legati al ritardo dell'approvazione del progetto esecutivo di rinforzo di ponte Morandi.
Questo il link dove leggere integralmente la missiva: http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/08/29/news/crollo-di-genova-ponte-morandi-non-e-sicuro-la-lettera-che-accusa-autostrade-e-ministero-1.326381?ref=HEF_RULLO
Immediata la replica di Autostrade: “In relazione alla lettera pubblicata da L’Espresso, Autostrade per l’Italia evidenzia che si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l’approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni“. Il progetto “aveva l’obiettivo di migliorare la vita utile dell’infrastruttura. Risulta, quindi, assolutamente fuorviante e non veritiera l’interpretazione del settimanale secondo cui si sarebbe trattato di una “lettera d’allarme” che metteva in guardia sulla “non sicurezza” del viadotto”.
Autostrade non cambia mai. A stabilire i fatti saranno i magistrati: certo però la presenza di una lettera del genere, datata sei mesi prima del tragico crollo, non può non far pensare.
Nel frattempo non si smorzano le polemiche su chi dovrà ricostruire il ponte crollato. Toti l'altra sera aveva semplificato annunciando su facebook “Per un volta possiamo farla semplice: Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Fincantieri costruisce il ponte (se serve con altre primarie imprese necessarie per il loro know-how). Renzo Piano regala a Genova il disegno di un ponte bellissimo. Così, senza polemiche, la città può riavere in fretta un’opera indispensabile, sicura e meravigliosa.”.
Di Maio e Toninelli però faticano assai a digerire che il lavoro venga fatto da Autostrade, e non lo nascondono.
Ma la posta in gioco, per Toti, potrebbe anche essere un posto da primo ministro: quando l'ubriacatura-Lega sarà passata lasciando il Paese col mal di testa, potrebbe rivelarsi molto utile per lui rappresentare l'eroe che ha salvato la Liguria dall'isolamento. Quindi il commissario non cede di un passo, e spinge per fare anche la Gronda a tempi di record.
L'ipotesi più realistica per la ricostruzione del ponte ad oggi sembra un'associazione temporanea di imprese tra Autostrade e Fincantieri, nella quale quindi entrerebbe per forza anche la controllante di Fincantieri stessa, Cassa Depositi e Prestiti.
E le concessioni? Avevamo scritto due giorni fa che il Governo pare in parziale retromarcia sul tema: tra “revocare” e “rivedere” il salto è lungo, e sia Toti sia la Lega sembrano molto prudenti sull'argomento.
Togliere la sedia da sotto il sedere del gigante Autostrade potrebbe essere davvero insidioso.
A meno che i piedi del gigante non diventino improvvisamente d'argilla: e la Magistratura su questo potrebbe riservarci delle grandi sorprese.