News29 giugno 2019 09:19

Ponte, passerella e propaganda

Italia in Comune: costruire un ponte è una cosa seria e al di là della propaganda e dei proclami roboanti restano le questioni irrisolte, restano i dubbi pesanti come il cemento del ponte

foto: Fabio Palli, Fivedabliu

foto: Fabio Palli, Fivedabliu

Alla fine, in una nuvola di polvere, il ponte Morandi è stato definitivamente demolito.

È stato fatto brillare in una caldissima giornata di giugno, davanti alla folla accorsa ad assistere.

Avrebbe potuto essere demolito di notte, senza tanto clamore.

Si è scelto lo spettacolo ad uso di telecamera, si è scelto l'applauso della folla, e poco importa del rispetto dei morti, poco importa degli sfollati, di quelli che hanno perso tutto.

Passerella.

Come nei giorni della tragedia erano giunti da Roma, lo sguardo accusatorio, le vene del collo gonfie di sacra indignazione, il dito accusatore puntato, oggi sono tornati a festeggiare l'esplosivo, a fare la ruota, e poco importa se la promessa defenestrazione dei Benetton è ancora lettera morta.

Propaganda, semplicemente propaganda sulla pelle delle persone, sul destino della città.

Ma costruire un ponte è una cosa seria e al di la della propaganda e dei proclami roboanti restano le questioni irrisolte, restano i dubbi pesanti come il cemento del ponte.

Restano i detriti, una montagna di detriti e non è dato ancora sapere come verranno gestiti. Verranno lasciati in loco, liberi di distribuire le loro polveri alla prima folata di vento? Verranno stoccati diversamente? Dove esattamente e con quali tempi?

Per mostrare efficienza nelle settimane passate il sindaco ci ha comunicato in pompa magna l'arrivo, da Castellammare di Stabia della prima porzione di trave d'acciaio. Un'altra manovra puramente propagandistica.

Come sa bene chiunque per professione frequenti i cantieri edili, il flusso delle operazioni deve avere la propria cronologia, il proprio senso compiuto.

Portare le travi in cantiere diversi mesi prima del necessario, quando ancora non sono state gettate neppure le fondamenta, non è solo inutile ma controproducente. Per fare un esempio chiarificatore, destinato ai non addetti ai lavori, è come se avessimo acquistato un delicato pavimento in legno e l'avessimo portato in cantiere durante le operazioni di demolizione.

La presenza delle travi in cantiere costituirà fondamentalmente un intralcio alle operazioni, e sottoporrà le stesse strutture ad un usura da parte degli elementi del tutto ingiustificata.

La gestione di una fabbrica, specialmente di un'opera importante e delicata come un viadotto autostradale, non può in alcun modo essere sottoposta a criteri politici, propagandistici e di spettacolarizzazione.

Meglio si farebbe allora ad ammettere che le iniziali previsioni relative alle tempistiche per la consegna siano state eccessivamente ottimistiche e lasciare ai tecnici il compito, già di per se stesso gravoso, di dirigere e gestire i lavori con le modalità e le tempistiche realmente necessarie a garantire la realizzazione dell'opera garantendone il massimo dell'efficenza e sopratutto della sicurezza.

ANDREA MARAZZI Italia in Comune Genova

Cristina Bicceri ITALIA IN COMUNE LIGURIA

comunicato stampa

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