Una signora si avvicina a un banco di magliette sgargianti, precipita in un crepaccio, riesce miracolosamente a restare in equilibrio.
Poco più avanti, la stessa cosa tocca a noi, fortunatamente con lo stesso lieto fine: restiamo in piedi, e riceviamo la solidarietà di due signore che tengono il banco di biancheria poco più in là: “vedesse che fossa che c’è qui dove son seduta io”.
Eh lo so, diciamo, e sì che qualche articolo su questo selciato killer l’abbiamo anche scritto...
Ah perché scrive su un giornale? Eh sì, l’abbiam fatto notare diverse volte che il suolo pubblico ve lo fanno pagare come buono.
Eccome, ci rispondono: la tassa è bella salata, ma né il Porto né il Comune sembrano intenzionati a mettere neppure due tapulli.
Ce ne andiamo promettendo l’ennesimo articolo a tutela delle caviglie di tutti: ed eccoci a mantenere la parola data.
Anche perché, se si trattasse di un mosaico del Trecento siamo sicuri che le nostre illuminate Istituzioni troverebbero il modo di bitumarlo. Che i fornitori si sa, non mancano.
Ma essendo semplice asfalto, forse ritengono meglio lasciarlo così, a groviera.
Almeno fino alla prima batosta per risarcimento danni.