News18 aprile 2020 07:19

Savona (non) pensa al futuro

Savona inerte assiste al tragico scorrere dei giorni della pandemia e non pare preoccuparsi del futuro

Savona (non) pensa al futuro

Qualche scossa c’è stata, in verità: i proprietari dei bagni marini si sono sollevati per ottenere almeno di preparare la loro assai incerta stagione; il Direttore dell’Unione Industriali ha cercato di levare la voce per sollecitare la riapertura delle attività; il segretario della Camera del Lavoro si è preoccupato molto delle condizioni igienico – sanitarie nelle quali i lavoratori si sono trovati ad operare; il Sindaco ha protestato per l’arrivo di una nave da crociera sulla quale erano imbarcate persone infette e il gruppo di “Noi Per Savona” ne ha richiesto l’allontanamento dai fondali presso il Pala Crociere tornando anche ad insistere sul “porto elettrico”. Sono stati distribuiti i buoni – spesa agli indigenti e con rilevantissimo ritardo è stata emanata un’ordinanza sindacale sull’obbligo di indossare le mascherine in determinate situazioni. L’iniziativa di alcuni illuminati, in primis il dott. Torello, aveva sollevato la questione di supportare l’attività dell’Ospedale San Paolo attraverso la creazione di una Fondazione ad hoc., dall’Associazione Albergatori arrivano alti i timori per la prossima stagione che andrà probabilmente perduta.

Questi mi sono parsi gli interventi pubblici più importanti svolti nel corso di questo inedito periodo e mi scuso se ne ho obliato alcuni, per difetto di memoria.

Nessuno mi pare però abbia aperto una riflessione sul futuro della Città e della Provincia nel dopo – crisi.

Sicuramente si tratta di un tema che ha risvolti di carattere generale e grandi incertezze sotto questo aspetto gravano sull’Italia e sull’Europa.

Purtuttavia andrebbe avviata un’analisi della situazione locale circa il prevedibile mutamento rispetto al quadro precedente.

Ci era già capitato in tante occasioni di porre l’accento sulla fragilità del nostro sistema economico, sull’assenza di struttura industriale, sulla vacuità di un sistema fondato sulle crociere, sulla decadenza del commercio ben emblematizzata dalla condizione della via principale del capoluogo, quella via Paleocapa nella quale le attività di commercio sono sicuramente scadute di qualità complessiva in una dimensione negativa molto forte.

Non si è più parlato del fallimento dell’operazione “area di crisi complessa” che non ha portato ad alcun risultato pratico sul piano degli investimenti industriali; deve essere ricordata la situazione di Piaggio, Bombardier, Mondo marine: tre aziende strategiche, quasi le sole che rimangono presenti sul nostro territorio; occorrerà fare i conti con la crisi che investirà il settore turistico e soprattutto il comparto crocieristico dimostrando così tutta la fragilità di un modello di sviluppo sbagliato con il quale i maggiorenti di una Città ormai priva di identità avevano pensato di proseguire la fase che era stata caratterizzata dallo scambio diseguale tra deindustrializzazione e speculazione edilizia.

Non entro nel merito del necessario sviluppo di un livello “alto” di progettualità (mi capita personalmente di continuare a riflettere in termini di “città della cultura”) : intendevo soltanto contribuire a sollevare la questione.

In precedenza al “blocco” si erano sviluppati alcuni tentativi interessanti di riflessione portati avanti da diversi soggetti anche in vista delle elezioni comunali previste per il 2021: è necessario riprendere quel filone non appena possibile ma occorre anche implementarlo da subito aprendo una discussione a tutti i livelli ,sollecitando un’ampia partecipazione di diversi soggetti.

In questo senso un compito importante toccherebbe anche agli organi di informazione, ai quali mi rivolgo proprio per verificare la possibilità di ricevere un cenno d’attenzione per una problematica da affrontare e che riguarda il futuro della nostra terra.

Franco Astengo

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