Manco il tempo di tagliare le palme morte dell’era Berruti, e già possiamo gioire per il pergolato e la fontana con gli zampilli da terra, ché per quelli dal cielo non è arrivato in tempo il progetto.
A noi sarebbe bastata la risistemazione della fontana a vasca che compare nelle cartoline di quando Savona era ancora una città decente: ma l’indispensabile IRE - così apprezzata dalla Corte dei Conti - evidentemente crede che Savona sia Versailles.
Quindi la vecchia fontana resterà lì a marc-ire, mentre col secondo lotto di fondi europei - peraltro ancora da finanziare - verrà predisposta la realizzazione di una fontana a raso con tanto di zampilli: “17 ugelli in acciaio inox, ci dice il Decimonono, posizionati a filo pavimento con luci led integrate per effetti cromatici.”
Mica caccole.
Poi verrà abbattuto il bagno pubblico, che tanto non serve a niente dal momento che a Savona i bagni pubblici son tutti chiusi da anni, sostituiti nelle sere estive da marciapiedi e portoni.
La pietra che delimita le aiuole verrà sostituita da acciaio, come le panchine (legno e acciaio) le fontanelle, i cestini per i rifiuti: anche loro tutti d’acciaio.
Posto che il Comune deve essersi assicurato una fornitura d’acciaio mai vista neppure quando Savona era la patria dell’industria pesante, speriamo che almeno poi mandi anche qualcuno a svuotarli, i cestini d’acciaio.
Possibilmente non una cooperativa privata che ci succhia 200mila euro oltre al costo di ATA.