Mezza politica26 settembre 2020 19:12

Una volta qua era tutta campagna

«Cinque anni fa avevamo perso noi, stavolta ha vinto Toti». Così Simone Farello, segretario regionale del Partito Democratico intervistato oggi da Repubblica, inizia la sua “analisi del voto”, e già ci sarebbe qualcosa da obiettare. Ma andiamo oltre

Una volta qua era tutta campagna

«Una sconfitta di queste proporzioni - quindi ha già cambiato idea, è una sconfitta, ndr - non può nascere in pochi mesi, affonda le radici ben più lontano. Dobbiamo essere onesti, non ce la caveremo dicendo di aver sbagliato candidato». 

E fin qui siam d’accordo con lui.

Poi però alla domanda del giornalista Però si aspettava qualcosa di più, da un candidato scelto con così tanta fatica, o no? risponde «Non ha portato valore aggiunto, quello sì.».

Dunque secondo Farello sarebbe Sansa a non aver portato il valore aggiunto atteso. 

Questo risulta francamente incomprensibile / inaccettabile a chi ha visto il candidato progressista girare come un pazzo per tutta la Liguria, inviare ogni giorno due, tre, quattro comunicati stampa con progetti e idee concrete che spesso eravamo in pochi a pubblicare, o comunque immediatamente surclassati, sui media, da quelli di Toti come ha ben spiegato su questo giornale Nicola Stella qualche giorno fa.

A noi per esempio, che la campagna elettorale l’abbiam seguita con attenzione, è parso che Sansa si sia impegnato immensamente più dei due maggiori partiti della coalizione.

Giova ricordare a questo proposito come la candidatura Sansa abbia raccolto 265.506 voti e la somma delle liste si sia fermata a 242.652 con un incremento di 22.854 voti pari all'8,60%.

Il fatto si è ripetuto in tutte le 4 circoscrizioni: Imperia Sansa 24.946 liste 23.379, Savona Sansa 45.649 liste 41.215, Genova Sansa 153.643 liste 139.673, Spezia Sansa 41.268 liste 38.375.

Altra domanda: Che ne sarà, di questo laboratorio giallorosso? Lo guiderà Sansa? 

«Torniamo a vederci la prossima settimana, ripartirà sulla base dell'opposizione di coalizione che si farà collettivamente in Consiglio regionale. Serve consolidare questa coalizione per ambire al governo, penso al Comune di Savona, l'anno prossimo. Ci sono ancora diffidenze e differenze, ma il cammino fatto fin qua ci permetterà di fare i prossimi passi avanti». 

E qui è da brividi.

Perché sebbene sia auspicabile una coalizione il più larga possibile per levare la città dalle grinfie del centrodestra, il così detto (ormai solo da se stesso) centrosinistra dovrebbe anche cercare di vincere. 

E se verranno ripetuti gli stessi macroscopici errori grazie ai quali subiremo altri 5 anni di gestione Toti facciamo pure fin da oggi le congratulazioni a Monica Giuliano o a chiunque altro verrà scelto da Vaccarezza.

Infine, la perla: In casa M5s dicono di avervi "cambiato". Hanno dato fastidio, quelle dichiarazioni? 

Risposta: «In realtà, una buona parte delle svolte che in parte si attribuiscono sono svolte che il Pd ha fatto da solo, un anno fa, con il congresso che ha cambiato la linea politica del partito».

Cambiata così efficacemente, ci verrebbe da aggiungere, da votare tre volte No al taglio dei parlamentari e poi Sì alla quarta. Perché la coerenza paga.

Se il Partito Democratico non è uscito a pezzi da questa tornata elettorale lo deve prevalentemente al fatto che molte persone preferiscono, in tempi assai difficili, sperare in un governo stabile e temono il voto e le sue possibili ripercussioni sull’economia, sui fondi europei, sulla stessa sanità pubblica. 

Quindi se a Savona si vorrà proporre un progetto serio saremo tutti contenti. 

Se si vorrà invece ripetere il sacrificio rituale di una persona degna, non seguiremo questa strada.

LNS

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