News27 ottobre 2020 18:14

I ristori del pin

Oggi chiuderà alle sei, come tutti i suoi colleghi, e da maggio aspetta i 600 euro dall’Inps. Lorenza, la più giovane imprenditrice della Darsena di Savona, gestisce la Sprizzeria e con i nuovi orari imposti dall’ultimo Dpcm tenta di reinventarsi per l’ora della merenda

I ristori del pin

“Ho iniziato a servire il the con le torte, perché è difficile che qualcuno chieda uno spritz alle tre di pomeriggio! Però apro per l’aperitivo di mezzogiorno, ho cambiato i miei orari. Vedremo come va”. 

Se parliamo di “ristori”, Lorenza sorride: aspetta ancora la seconda parte del PIN che l’INPS avrebbe dovuto inviarle per posta a maggio, quando ha fatto la domanda per i celebri seicento euro. 

“La prima parte del PIN, ci spiega, è stata più facile da ottenere: tu chiami, loro non ti rispondono ma ti richiamano e poi la prima parte del PIN ti arriva direttamente sul cellulare. 

Per procedere con la domanda però ci voleva anche la seconda parte del PIN, che doveva arrivare per posta: non mi è mai arrivata, ma quando ho provato a ritelefonare non han saputo rispondermi. 

Poi abbiamo potuto riaprire e ci ho rinunciato”.

Anche Paolo e Tiziana del Balance da domani riaprono, dopo una chiusura di due giorni per riorganizzarsi con i nuovi orari: “apriremo dalle 14 alle 18, e il sabato e la domenica alle 11 per l’aperitivo di mezzogiorno”.

Chi invece ha deciso per ora di non riaprire è Erminio del Birrò: “è il quarto allestimento che faccio. Prima solo plastica monouso, poi solo vetro perché l’asporto non si poteva più fare, poi ho messo i tavolini fuori e facevo servizio al tavolo, poi li ho messi anche dentro e ho dovuto togliere il bancone esterno che divideva noi dagli avventori. 

Non faccio recriminazioni, ma non sono un barboncino, che con uno schiocco di dita sta seduto - in piedi, in piedi o seduto! Riaprirò quando si potrà, e qui di fianco aprirò una focacceria”. 

G.S.

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