Mezza politica14 novembre 2020 11:22

Toti scivola sul Toti 2

Parte in brusca salita il secondo mandato di Giovanni Toti alla guida della Liguria: due inchieste sul Covid 19 nel giro di due settimane, lo sfortunato tweet sugli anziani, infine le intercettazioni con l’ex ad di Autostrade Castellucci a due mesi dal crollo del Ponte Morandi

vignetta: Mimmo Lombezzi

vignetta: Mimmo Lombezzi

La seconda era Toti della Liguria inizia con un trend dei contagi da Covid 19 in continua e preoccupante crescita che all’indomani delle regionali costringe il presidente a emanare un’ordinanza restrittiva, in vigore però solo in alcune vie del centro storico genovese: la città di Genova non è stata chiusa - anche se le segnalazioni di nuovi positivi iniziavano a moltiplicarsi - forse anche per non dover rinunciare alla scommessa del Salone Nautico, una scelta da molti definita imprudente.

Il 23 ottobre arriva alla stampa la notizia che la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta sul delirio nei Pronto Soccorso dei principali ospedali del capoluogo, con le ambulanze in coda per ore davanti agli ingressi coi malati a bordo, impossibilitate a compiere altri soccorsi e perfino a riavere le barelle.

È del 1 novembre, poi, lo sfortunato tweet sugli anziani “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”. 

E sebbene in piena bufera siano arrivate le scuse del presidente a chi possa essersi sentito offeso, il tema degli anziani - che lui chiama “i nostri nonni” - ricorre in ogni sua conferenza stampa, quasi a voler far entrare a forza nel sentire comune la sua personalissima visione in merito.

Arriviamo alla sera del 4 novembre e la Liguria apprende con stupore da Giuseppe Conte di esser classificata come area gialla, ovvero tra le zone che presentano il minor rischio di contagio e dove la maggior parte delle attività può quindi tenere aperte le serrande.

La Liguria in area gialla però non convince tutti, e dopo appena due settimane dalla notizia dell’inchiesta sui Pronto soccorso ecco che la Procura genovese ne apre un’altra, stavolta sui dati trasmessi dalla Regione al Ministero della Sanità. 

”Stiamo verificando cosa sia stato inviato al Ministero - spiegava all’Ansa una fonte investigativa - e se siano dati corrispondenti alla realtà del nostro territorio”.

Non bastasse tutto questo, sulla testa del presidente son piombate sui giornali le intercettazioni della sua telefonata con Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade per l’Italia. 

Toti, al telefono con il manager dopo un paio di mesi dal crollo del Ponte Morandi, sembra offrirsi di far da tramite tra Aspi, interessata a inserirsi nel salvataggio di Banca Carige nel tentativo di ricostruire un buon rapporto con lo Stato e i vertici della Lega - allora al governo insieme ai Cinquestelle.

Tutto legittimo, ma politicamente quella telefonata pone parecchi interrogativi che l’opposizione non rinuncia a rimarcare.

A partire da Ferruccio Sansa, che scrive: Ascoltate l'intervento di Giovanni Toti a Porta a Porta in cui racconta la sua versione sulla telefonata con Giovanni Castellucci. 

Toti dice: "Ricordo bene quella telefonata... fatta su richiesta degli allora commissari straordinari di Carige". 

Impossibile. Perché all'epoca della telefonata, il 30 ottobre 2018, Carige non era commissariata. Era una banca con i suoi organi societari e i suoi azionisti. Ma allora a che titolo Toti è intervenuto con Castellucci? Cosa c'entrava un governatore con la gestione di una banca? Peggio: perché il governatore della Liguria ne parla proprio con il numero uno di Autostrade, un manager e una società indagati per il crollo del ponte Morandi avvenuto appena due mesi prima? Ma sono tanti, troppi, i punti dell'intervento di Toti che non tornano.

E se il presidente chiarisce che quella telefonata aveva come unico fine quello di “salvare i risparmiatori liguri”, questo non lo salva dal composto distacco dimostratogli da Egle Possetti, presidente del Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi che ieri sera era ospite di “Piazza pulita” su La 7 insieme a Toti.

E mentre su change.org si scatena una petizione che ha già raccolto le firme di oltre tremila medici contro Matteo Bassetti, uno dei sanitari di riferimento di Toti, in Liguria il malcontento inizia a serpeggiare anche in categorie che ne erano finora esenti: gli esercenti del Ponente, per esempio, iniziano a chiedersi perché non si siano prese misure su Genova per tempo, potendo così pensare di risparmiar le altre province liguri dall’area arancione.

LNS

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