News26 novembre 2020 11:35

Un calcio da Maradona

Non son molti a poter dire di aver preso un calcio da Diego Armando Maradona fuori campo. Eppure Mario Molinari se lo ricorda ancora, quell’arrivo della star a Fiumicino

Un calcio da Maradona

“Mi pare fosse il 2005” ricorda Molinari, che ora si dedica prevalentemente alla regia ma allora lavorava a Matrix con Enrico Mentana. 

Possibile, perché Maradona in quell’anno tornava in Italia per l’addio al calcio dell’amico Ciro Ferrara.

Il campione aveva superato da poco un periodo difficile: nel 2004 era finito in rianimazione, a Buenos Aires, per infarto e overdose da cocaina.

E proprio per dimenticare la sua amica peggiore, la bianca polvere che avvelenò il suo corpo e la sua mente gettandolo negli abissi più pericolosi, il Pibe de Oro era poi andato a disintossicarsi nella Cuba di Fidel Castro.

Dopo qualche mese, eccolo di ritorno in Italia.

“Ero con la troupe a Fiumicino, ad aspettarlo” ricorda Molinari; “poi finalmente si è aperta la porta scorrevole ed ecco uscire Maradona, con dietro un drappello di accompagnatori.”

Come stava? 

“Appariva in discreta forma. Gli sono andato sotto con la troupe e gli ho chiesto del suo rapporto con la cocaina. 

Non ha voluto rispondermi, ha continuato a camminare: però poi, una volta fuori dall’aeroporto, mi ha avvicinato e mi ha tirato un calcio, o meglio un calcio - sgambetto sulla caviglia.

Delicatamente però, da fuoriclasse.”

Ti ha fatto male?

“Non molto, poi nel trambusto della cronaca son cose che capitano”.

Il caratterino del campione è noto da sempre. Eppure tutti ci affanniamo a spiegare perché lo ricordiamo con tanto sentimento nonostante i suoi molti guai, sapendo che in fondo la risposta è solo una: con Maradona se n’è andato un pezzo della giovinezza di tutti noi.

Quella palla incredibile gettata in rete dopo aver scartato un’intera squadra di calcio, portiere incluso, è rimasta impressa a fuoco nella storia del pallone. 

E la storia del pallone, da noi, è anche la storia di un Paese.

Come cantava l’immortale Gaber, 

E l'Italia giocava alle carte 

E parlava di calcio nei bar.

G.S.

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