Lettere alla Nuova24 maggio 2021 16:58

Cosa ci lascia la storia della centrale a gas di Vado Ligure

"Credo che presto risentiremo parlare del sito di Vado, magari trasformando la centrale esistente in un bio-digestore o termo-valorizzatore: gli affari sono affari"

Cosa ci lascia la storia della centrale a gas di Vado Ligure

In breve sequenza leggendo dai media, anche locali, la storia controversa delle nuove centrali a gas  metano di Vado L. e di Civitavecchia si può sinteticamente farsene un idea precisa.  L’idea di ritirare quel progetto è unilaterale e netta, ma come mai?  

Faccio supposizioni per non crogiolarmi nell’egocentrismo di certa opposizione”vittoriosa”. 

Da IVG (giornale online ) comunicato di ReCommon 

- Sussidi pubblici sono stati già elargiti negli anni scorsi per il funzionamento limitato di impianti  esistenti con funzione di riserva. Chi ha fatto la parte da leone è proprio Enel, che ha ricevuto 800  milioni dei 2,45 miliardi di euro di sussidi per centrali termoelettriche già elargiti. A breve si  apriranno le gare per selezionare quali nuovi centrali a gas beneficeranno di un sussidio di ben  75.000 euro per MW installato per 15 anni. A fronte di una stima, peraltro discutibile, di 4-5.000  MW di potenza di riserva mancante da parte di Terna, sono state già presentate richieste per  14.500 MW di nuove centrali a gas. Di questi, Enel ne propone quasi 7.000 MW di nuova  generazione da gas nell’ambito delle nuove aste. - 

Dal CDA della Tirreno Power 

- La decisione è stata presa a seguito di un attento esame di tutti gli aspetti collegati con  l’avanzamento delle autorizzazioni e con le condizioni regolatorie e, in particolare, in  considerazione della perdurante indeterminatezza delle tempistiche per la conclusione degli iter  amministrativi previsti, che non risulta compatibile con gli impegni che la società dovrebbe  assumere per la consegna dei nuovi impianti a ciclo combinato.- 

Quindi tanto se ne è parlato fra cittadini savonesi, associazioni e gruppi sociali e politici . Ma nel  giro di pochi mesi fra ricorsi legali presentati, interrogazioni ai sindaci e documentazioni  scientifiche che certificavano la realtà dell’inquinamento ambientale e la poca salubrità di emissioni derivate dalla produzione di energia così concepita e con pericolo della sicurezza sanitaria per i  cittadini vadesi, ma non solo, si è concluso l’iter procedurale. 

Queste poche righe cosa ci dicono dentro la confusione mediatica? 

1) La battaglia sulla destinazione delle risorse esigue del PNRR del governo Draghi basata su  numeri proposti da Terna, gestore di rete, come nuova necessità nazionale per riserva, si “ciurla nel  manico”(perdonate il francesismo). Le varie aziende come Tirreno Power si lanciano sulle aste  possibili non tenendo conto dei numeri e propongono potenze di molto superiori. Primo vulnus! 

2) Il CDA della T.P. sceglie autonomamente dopo tanto clamore di lasciar perdere l’idea costruttiva. Perchè non credere loro nella motivazione: non ci sono tempi certi delle tempistiche procedurali? Queste sono da tempo in essere e la lentezza/complicazione della burocrazia tecnica istituzionale  sono note, soprattutto ad una azienda strutturata e competente.  

Quindi? Da maligno provo ad azzardare. 

Il progetto aveva la sua base di consistenza imprenditoriale in incentivi corposi e garanzie Europee,  oltre che nazionali e queste erano messe in forse dagli ultimi cambiamenti e dai decreti applicativi.  Il fatto non secondario che, come si legge sopra, l’altro colosso gestionale l’Enel in concorrenza ha  già presentato sue domande simili di centrali. 

La T.P. per essere credibile ha presentato un progetto in cui c’era di tutto, si può leggere ancora sulla pg web : -300.000 metri quadri resi disponibili per l’insediamento di nuove iniziative industriali e commerciali, -300 nuove opportunità di occupazione sul sito, per lavoratori diretti ed indotto, -200 giovani verranno addestrati ogni anno nel nuovo centro di formazione realizzato sulle aree  cedute,-800 metri quadri per l’Università di Genova, di cui 650 metri quadri per il laboratorio, -2 programmi di ricerca attivati in partnership con l’Università di Genova

Tralasciamo i numeri buttati come pastura per pesci che abboccano…. 

Il Campus dove noto barone insegnante di meccanica fluida aveva applaudito subito all’idea  progettuale presentata per la mole di investimento che ci “sarebbe” dovuta essere…(primo pesce) Però entrare nel meccanismo delle loro motivazioni è utile per capire. 

Questa è una Grande Azienda che già gestisce molte centrali, alcune idroelettriche e entrare in  questo “affare” cosa la spinge ? Ideologia verde? 

No, solo due conti sul profitto, il vil denaro! Costi e ricavi ...ma non solo 

- Consumare gas, a parte ogni considerazione ambientale di inquinamento ovvio, dipende dalla  quantità globale trattata per stabilire prezzi più bassi secondo la logica: più ne consumi e più spunti  prezzi al dettaglio favorevoli nelle gare internazionali. 

- Inoltre serve compensare almeno parte dell’investimento totale con la possibilità di usufruire di  incentivi europei e nazionali consistenti (si parlava del 30%) 

- Infine, ma non ultima, la chance di diventare possessori di potere energetico da cui dipendeva la  rete elettrica, ma che essendo solo per riserva non era usufruibile con continuità. Non c’era la  sicurezza di potere rivendere sempre l’energia allo stesso prezzo a entità di gestione che sono  colossi pesanti come Enel o Terna. Ma banalmente potrebbe essere un individuazione aziendale di  un nuovo business diverso dentro una concorrenza e spartizione del mercato energetico. Il mio è un azzardo che lancio fra competenze meglio dotate sperando sia ripresa anche in senso  critico, ma che mette in evidenza aspetti del liberismo finanziario ed industriale oggi. La storia che  hanno avuto paura dell’opposizione e quindi declinato la proposta mi sta sul gozzo…. Quel progetto aveva necessità di procedure di Via e Vas che non erano scontate Inoltre parte dei  media non nazionali erano non schierati e anche i portavoce della politica avrebbero faticato a far passare la trasformazione di una centrale a gas nel  centro abitato come necessità. 

Credo che presto risentiremo parlare del sito di Vado L. magari trasformando la centrale esistente in un bio-digestore o termo-valorizzatore perchè gli affari sono affari…. 

Quello che è certo che non ci si è ineterssati a sufficienza dell’impatto sulla salute su cui in modo esclusivo, anche  se sacrosanto, una quota di cittadini e della politica, ha basato la sua battaglia sul tema. Trascurando il “senso di proposte insidiose” che concentrano potere in poche mani e tolgono  risorse a progetti più meritevoli e davvero rispettosi del clima, dell’ambiente e delle persone.  Sono dichiarazioni di guerra all’indipendenza energetica possibile, all'efficientamento del  patrimonio immobiliare esistente ed agli impianti pubblici o privati.  

Efficientamento e risparmio che oltretutto creerebbe lavoro e reddito sui territori semplicemente  sfruttando gli incentivi esistenti tipo superbonus 110%, ecc. 

La democrazia energetica passa dalla diffusione e non dalla concentrazione di produzione  energetica, lo dichiara persino la delibera EU del 2017 20.20.20 ! 

Le strutture che tolgono autonomia creano doppio danno e fermano una storia in moto da anni fra  dichiarazioni sul clima e necessità di benessere civile, gli affari non conoscono pietà e questo è un  sistema ormai collaudato che col sociale non ha nulla a che fare. 

 

Gianni Gatti

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