Un po’, e non tanto, grazie al personale (un medico, senza nessuno ad aiutarlo) che si è fatto in quattro per recuperare il tempo perduto.
Un altro medico, in quel momento, stava in Corso Italia con addosso una maglietta blu, attorniato da decine di t-shirt arancioni urlanti.
Il candidato del centrodestra, lo sguardo mite e un po’ triste, l’aria spaesata del “che ci faccio qui”, parla poco.
La scena è tutta dell’infaticabile presidente nonché assessore alla Sanità della Liguria che invece parla a raffica, e straparla pure. Di una “Savona che merita la Champions”, di una Savona che deve darsi “gli stessi obiettivi che ha la Regione”. E se è così stiamo freschi, dal momento che è proprio la “sua” Regione ad aver abbandonato Savona nell’isolamento più totale, acuito dal crollo del ponte Morandi.
È la sua politica a trattare Savona da sempre come un parente povero, una sdrucita ancella vestita con gli abiti dismessi dal luccicante capoluogo a cui Bucci rifà il look (ma solo quello) con cadenza semestrale.
A Toti Savona interessa meno di Catanzaro, ma ovviamente non vuol perdere. Non può permettersi di non replicare il successo delle Regionali. Quindi metterà in campo tutto il suo potere, che è molto.
Gli unici a poter impedire il suo successo, e l’inabissarsi definitivo di Savona, sono gli elettori.
Ha ragione chi lamenta la presenza, nelle file del centrosinistra, di candidati che han fatto il loro tempo (e soprattutto i loro danni).
Questo però - basta guardare le liste - accade anche nel centrodestra, che in più offre alla città una serie di altre garanzie negative. Per esempio il fallimento totale e senza appello dell’amministrazione Caprioglio - che è troppo facile imputare solo al sindaco uscente: lei non si ricandida, ma quasi tutti gli altri sì.
Per esempio l’assenza di un programma che non sia un generico libro dei sogni in copia e incolla buono per tutte le città e per tutte le stagioni, che si prepara in mezz’ora.
Per esempio una città lercia e triste, fatta di pipì per strada, di cassonetti percolanti e puzzolenti, di alberi tagliati e di aria inquinata, che ha smarrito con le ruspe il valore della solidarietà, e con l’omaggio a Pertini - terribile ossimoro - perfino il senso della Resistenza.
Non sappiamo se proprio da Savona potrà partire il declino della fortuna di Toti e del suo modo di fare politica. Ma francamente ce lo auguriamo.
La fotogallery sotto.