Contromano07 settembre 2021 13:34

Il malinconico balletto degli arancioni

Mentre la Totimobile arrivava a Savona miracolosamente in tempo per la presentazione della lista griffata col nome del presidente della Regione noi eravamo all’ospedale, in ordinata fila, in attesa di un esame che ha tardato un po’ a causa di un macchinario in avaria

Il malinconico balletto degli arancioni


Un po’, e non tanto, grazie al personale (un medico, senza nessuno ad aiutarlo) che si è fatto in quattro per recuperare il tempo perduto.

Un altro medico, in quel momento, stava in Corso Italia con addosso una maglietta blu, attorniato da decine di t-shirt arancioni urlanti.

Il candidato del centrodestra, lo sguardo mite e un po’ triste, l’aria spaesata del “che ci faccio qui”, parla poco.

La scena è tutta dell’infaticabile presidente nonché assessore alla Sanità della Liguria che invece parla a raffica, e straparla pure. Di una “Savona che merita la Champions”, di una Savona che deve darsi “gli stessi obiettivi che ha la Regione”.  E se è così stiamo freschi, dal momento che è proprio la “sua” Regione ad aver abbandonato Savona nell’isolamento più totale, acuito dal crollo del ponte Morandi.  

È la sua politica a trattare Savona da sempre come un parente povero, una sdrucita ancella vestita con gli abiti dismessi dal luccicante capoluogo a cui Bucci rifà il look (ma solo quello) con cadenza semestrale.

A Toti Savona interessa meno di Catanzaro, ma ovviamente non vuol perdere. Non può permettersi di non replicare il successo delle Regionali. Quindi metterà in campo tutto il suo potere, che è molto.

Gli unici a poter impedire il suo successo, e l’inabissarsi definitivo di Savona, sono gli elettori.

Ha ragione chi lamenta la presenza, nelle file del centrosinistra, di candidati che han fatto il loro tempo (e soprattutto i loro danni).

Questo però - basta guardare le liste - accade anche nel centrodestra, che in più offre alla città una serie di altre garanzie negative. Per esempio il fallimento totale e senza appello dell’amministrazione Caprioglio - che è troppo facile imputare solo al sindaco uscente: lei non si ricandida, ma quasi tutti gli altri sì.

Per esempio l’assenza di un programma che non sia un generico libro dei sogni in copia e incolla buono per tutte le città e per tutte le stagioni, che si prepara in mezz’ora.

Per esempio una città lercia e triste, fatta di pipì per strada, di cassonetti percolanti e puzzolenti, di alberi tagliati e di aria inquinata, che ha smarrito con le ruspe il valore della solidarietà, e con l’omaggio a Pertini - terribile ossimoro - perfino il senso della Resistenza.

Non sappiamo se proprio da Savona potrà partire il declino della fortuna di Toti e del suo modo di fare politica. Ma francamente ce lo auguriamo.

La fotogallery sotto.

LNS

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