Ieri la RSU è stata convocata a Bergamo nel pomeriggio, e ai rappresentanti dei lavoratori è stato reso noto che entro sei mesi la vendita sarà realtà e che la produzione è stata garantita per altri cinque anni.
I dipendenti non nascondono la preoccupazione per il dopo e hanno già organizzato le assemblee, ma alcune notizie confortanti arrivano dall’Unione Industriali.
L’azienda acquirente è la Semar, una società di Castelfidardo - nell’anconetano - con 350 dipendenti, che opera nel settore dell’elettronica e produce dal 1973 trasformatori e moduli di alimentazione per il mercato degli strumenti musicali.
Abbiamo chiesto lumi ad Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali savonese, che ci ha chiarito alcuni punti che lasciano ben sperare: non solo l’acquirente garantisce la produzione per cinque anni, ma l’intenzione è quella di investire sul territorio valbormidese organizzando un altro sito produttivo. E questo, osserva Berta, è già un ragionamento di stabilità.
Inoltre il prodotto di Bragno non è sovrapponibile a quello della Semar ma andrà piuttosto ad integrarsi con quello dell’azienda marchigiana: sarà un prodotto ulteriore che l’azienda aggiungerà al proprio mercato.
In attesa di sapere come evolveranno i negoziati sindacali, va ricordato che siamo in piena area di Crisi Complessa, ed attrarre imprenditori da fuori faceva parte degli obiettivi iniziali: sarà da capire se l’azienda che intende entrare nel nostro territorio potrà usufruire di ulteriori finanziamenti Invitalia per l’investimento che intende operare in Valbormida.