News17 maggio 2022 15:57

Giovanni Burzio: il '900 come limes

Un testimone d'altri tempi che insiste nel perseguire il suo messaggio: non dimenticare alcuno, esprimere emozioni che vengono sì dal passato ma per aiutarci ad andare avanti non coltivando inutili nostalgie, senza soverchie illusioni (di Franco Astengo)

Giovanni Burzio: il '900 come limes

Finalmente mi sono ritrovato tra le mani il tomo (586) pagine che Giovanni Burzio ha curato per anni allo scopo di celebrare un delicato connubio tra fumetti, storia, vita vissuta: il libro sarà presentato sabato 21 maggio nella sala Rossa del Comune di Savona, segnando così anche il ritorno alla presenza pubblica di quel luogo che storicamente ha rappresentato (e ci auguriamo rappresenterà ancora) il cuore del dibattito politico e culturale della nostra piccola, amata Città.

Non c'è un filo rosso che accompagna il lavoro che Burzio ha curato pubblicando disegni, fotografie, interventi di un gran numero di quelli che lui ha definito "condividenti": più o meno consapevoli, aggiungiamo, anzi alcuni del tutto ignari di far parte del novero.

Mettere assieme varie cose senza far conoscere tra loro gli autori è una caratteristica dell'ansia del "fare", del riempire vuoti, del tentare di riconoscere storie, passaggi, spunti che in apparenza non si legano tra loro ma che poi assieme fanno "testo", legano.

Forse l'idea del curatore era quella di far procedere di pari passo la storia della seconda parte del '900, quella iniziata il 10 giugno del 1940 quello della "pugnalata alla schiena", con la storia del fumetto italiano.

Una storia del fumetto italiano da intendersi anche come espressione di propaganda e di costume ben oltre il fatto di rappresentare il divertissemant preferito dalle giovani generazioni di allora.

In seguito però, nel raccogliere testi, dichiarazioni, addirittura laconici messaggi email, disegni, caricature ha prevalso una visione olistica, una voglia di comprendere tutto quello che ha agitato l'animo, la mente, la coscienza,e che ha suscitato una sorta di "ostinata indignazione".

Una notazione però deve essere rimarcata con chiarezza: in questo enorme lavoro di raccolta, connessione, rielaborazione non c'è il 2000, manca il XXI secolo.

Non vi si trova il digitale, è tutto analogico anche se il volume è stato composto e stampato nella più rigida applicazione della modernità tecnologica.

Intendiamoci non rimarchiamo l'assenza del 2000 come una lacuna anzi: chi ha vissuto il '900 da una certa parte, ne ha seguito lo sviluppo delle idee e la materialità delle applicazioni pratiche, chi è stato dentro fino in fondo ai "30 gloriosi" non può che condividere l'idea del '900 come "limes" confine diverso da orizzonte.

Semplicemente si tratta di far capire che questi anni 2000 segnati dalla povertà di idee e da una apparente grandiosità dell'egoismo individuale ci stanno ospitando ma non ci appartengono.

Da questa osservazione non ne deriva, necessariamente, un messaggio di disimpegno.

Anzi,sarà interessante ascoltare il racconto di questo testimone d'altri tempi che insiste nel perseguire il suo messaggio: non dimenticare alcuno, esprimere emozioni che vengono sì dal passato ma per aiutarci ad andare avanti non coltivando inutili nostalgie senza soverchie illusioni.

 

Appuntamento nella Sala Rossa del Comune di Savona sabato 21 maggio alle 15.30 per la presentazione del volume “1940: il mondo verso il baratro?”

(Ediz Centofiori)

Franco Astengo

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