Si svolgerà in prima convocazione il 26 maggio alle ore 23 ed in seconda il 27 maggio, a partire dalle ore 21 nel locale Teatrino Parrocchiale, l’assemblea ordinaria della Società Cooperativa di Consumo di Calice Ligure.
Al centro del confronto tra i soci il bilancio ed il conto economico dello scorso anno, accompagnati dalle relazioni del Consiglio di amministrazione e del Revisore dei conti.
La cooperativa di Calice è una delle più antiche del nostro paese: una prima organizzazione tra agricoltori e altri lavoratori, che risale al 1888, terminò presto, lasciando però il desiderio di dare risposte concrete alle esigenze economiche degli abitanti: la nuova costituzione è del 1903, la struttura definitiva del 1911.
Che la coop sia un patrimonio condiviso lo dimostra in primo luogo la sua collocazione: si trova infatti in pieno centro al piano terra del Palazzo comunale. Inoltre lo dicono i numeri: gli abitanti del comune sono poco più di 1700, i soci della cooperativa ad oggi sono 1462 (di cui molti residenti fuori paese).
“Nel tempo poi – sottolineano il presidente Daniele Pampararo e il direttore Claudio Dellepiane – la struttura si è adeguata ai profondi mutamenti in campo sociale ed economico che la valle ha vissuto e il radicamento nel territorio è andato sempre crescendo anche attraverso attività di solidarietà, gite e iniziative culturali”.
Una cooperativa di consumo molto vicina allo stile di quelle di comunità, per la presenza, l’interesse e la ricaduta reale delle sue azioni sul vissuto dei soci e della popolazione. Dai prodotti freschi di panetteria e pasticceria al banco del pesce, ma anche ferramenta, abbigliamento e tutto il necessario per i piccoli lavori di casa: a Calice, grazie alla Cooperativa, tutto è a portata di mano.
Stefano Marastoni, presidente di Confcooperative Liguria ricorda come “le cooperative di consumo, di cui quella di Calice è un esempio, sono un presidio significativo per il territorio ed i suoi abitanti; consentono infatti di coniugare la convenienza degli acquisti quotidiani con l’alta qualità dei prodotti, sostenendo il potere d’acquisto delle famiglie, in quella funzione sociale propria della cultura e dell’imprenditorialità cooperativa”.
“Lo strumento del prestito sociale – proseguono il presidente e il direttore – ha permesso un primo rinnovamento dei locali negli anni ’90, e successivamente alla sua riattivazione nel 2014 ha consentito una importante ristrutturazione tra il 2014 e il 2015, con un ampliamento di circa 800 metri quadrati di superficie”.
Per rispondere sempre meglio alle rinnovate esigenze dei soci si sono ampliati in questo modo tutti i reparti, con l’aggiunta anche di un reparto pescheria e si sono rinnovati i banchi di vendita, con l’introduzione anche (tra i primi nel nostro territorio) di frigoriferi a libero servizio con porte che limitano lo spreco energetico.
“Appartiene inoltre al nostro DNA – tengono ad aggiungere Pampararo e Dellepiane - il supporto a chi vive situazioni di bisogno: la nostra annuale attiva partecipazione alla Colletta Alimentare, promossa dalla fondazione Banco Alimentare, ha avuto inizio già dal 2001 e ogni anno permette ai nostri soci e clienti di donare quasi una tonnellata di alimenti.
Ogni due mesi poi si svolgono altre raccolte di cibo che coinvolgono molti volontari e sono finalizzate al sostegno di famiglie bisognose del territorio. Certo il momento storico che stiamo vivendo si presenta irto di difficoltà, con un pesante aumento dei costi energetici e di tutti i prodotti e questo inevitabilmente va a ricadere anche sul consumatore.
Ma la funzione sociale della nostra cooperativa resta sempre troppo importante e stiamo continuando a investire per migliorare gli spazi e la nostra offerta, affinché essa continui a proporsi in modo accattivante, conveniente, al passo coi tempi, ma anche fedele al suo cuore antico, fatto da tradizioni e solidarietà”.