Nel 1993 si parlava di Aurelia bis in un modo incoerente, a spizzichi e bocconi: non un progetto serio utile alla popolazione ed al territorio: un sogno vago non un progetto “nero su bianco”.
Pertanto mi misi all’opera per tentare di dare una risposta seria e più globale nell’area savonese da Varazze a Vado Ligure, valutando le strade ed autostrade esistenti, e che cosa conveniva fare “di nuovo”.
L’autostrada nel tratto casello di Varazze casello di Savona-Vado era pericolosa, stretta, piena di curve: sostanzialmente scorreva in territorio “urbano”, caratteristica negativa per un’autostrada, ma potenzialmente positiva per un’Aurelia bis visti i tanti facili collegamenti col territorio.
Questa parte di territorio da Varazze al casello di Savona-Vado è molto inurbata ed il territorio presenta colline e valli in successione fino al mare. Molto difficile riuscire ad ipotizzare una Aurelia bis che si districhi tra tutto l’esistente e possibilmente passare in superficie!
E’ importantissimo risolvere il problema viabilità in Savona e comuni limitrofi: il traffico indotto dal porto attraversa sia la città di Savona che le due Albissole, traffico che ingenera rumore, inquinamento, e pericoli incompatibili con una accettabile qualità della vita.
Quindi invece che fare una Aurelia bis nuova ho pensato fosse più conveniente utilizzare l’attuale autostrada come Aurelia bis, e costruire una nuova autostrada più a monte, diretta e tutta in galleria...
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Paolo Forzano