News01 dicembre 2022 18:24

Allearsi contro le povertà

Diseguaglianze ed esclusione, in preoccupante crescita a livello nazionale e locale, hanno molte facce: povertà economica e abitativa, sociale e sanitaria, educativa e culturale. Un convegno in Sala Rossa per rafforzare le reti di aiuto esistenti, e crearne di nuove

Allearsi contro le povertà

Si è svolto oggi presso la Sala Rossa del Comune di Savona il convegno “Porca miseria: alleati per contrastare povertà e diseguaglianze”, organizzato da Camera del Lavoro, SPI-Sindacato Pensionati CGIL ed AUSER provinciali. 

Ai lavori, introdotti dal Segretario della Cgil savonese Andrea Pasa e dal Segretario dello Spi Cgil Savona Fausto Dabove, hanno partecipato tra gli altri il Vescovo di Savona, Monsignor Calogero Marino, il Segretario Generale della CGIL Liguria Maurizio Calà, la Direttrice della Fondazione Agostino De Mari Anna Cossetta, il Presidente Nazionale dell'Ordine degli Assistenti  Sociali Gianmario Gazzi, Enti ed Associazioni del territorio. 

In Liguria, ha ricordato Dabove, una persona su cinque si trova in povertà o a rischio di esclusione sociale. Molti si trovano in difficoltà pur lavorando, magari part time o con contratti precari. Non mancano gli esempi di persone che nel sindacato cercano aiuto e sostegno: dalla ragazza madre che per la prima volta si è trovata a dover scegliere se pagare la bolletta della luce o dar da mangiare ai tre figli alla pensionata che prima di far la spesa gira tutti i discount in cerca delle offerte più convenienti.

Poi gli sfratti, le persone che devono rinunciare addirittura a curarsi, il disagio crescente di bambini e adolescenti: in Italia si contano 1,4 milioni di minori in condizione di povertà.

Una situazione che, con l’inflazione che morde, sta coinvolgendo sempre più persone e non tutte purtroppo trovano risposte ai propri problemi. Una situazione che, osserva il Vescovo Marino, chiede di esser guardata con occhi nuovi: portare sulle spalle la povertà è oneroso, si rischia di far fatica e di perdere consenso. Ma è altresì necessario guardare negli occhi ciascuno, perché il povero non è un’entità astratta: ha un nome, un volto, una storia che tutti dobbiamo avere il coraggio di conoscere e di cui si deve avere il coraggio di parlare per evitare che la cifra del discorso pubblico sulla povertà si fermi, come in genere accade, alla pura retorica.

Gianmario Gazzi, presidente dell’ordine degli Assistenti sociali, presenta dati che fanno pensare: la spesa sociale comunale pro capite in provincia di Savona ammonta, secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Cnel, a 115 euro. Più del doppio ne spende la provincia di Trento, Bolzano addirittura 583 e non solo le province autonome spendono più di noi: se in provincia di Bologna la spesa sociale pro capite è di 246 euro, in Friuli va dai 239 a oltre 300 euro.

“Il punto è - rileva Gazzi - quanto si vuole investire, e come”. Costruire sui territori significa affrontare l’ampio tema del welfare: per esempio, come può un genitore single accettare un lavoro serale senza un sistema che lo supporti?

Un quadro di grande fragilità è anche quel che vede dal suo punto di osservazione Anna Cossetta, direttrice della Fondazione De Mari che cerca da anni di non limitarsi a erogare contributi ma di rafforzare le reti esistenti sul territorio, e di costruirne di nuove.

“La mancanza di corpi intermedi di cui le persone si fidano, con cui si sentono di condividere le difficoltà anche momentanee, è un problema strutturale” osserva Cossetta. Per questo è necessario, oltre all’intervento pratico, costruire ponti tra scuola, cultura, sanità, istituzioni che a volte parlano linguaggi diversi.

La povertà spesso è vista come una colpa che diventa totalmente individuale: e quando - come nel nostro tempo - il discorso pubblico si riduce a slogan, sociologi e antropologi devono accollarsi il compito non solo di leggere quel che avviene, ma di cercare e proporre soluzioni.

Giovanna Servettaz

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