Cose Belle16 dicembre 2022 15:04

Nuovofilmstudio, la programmazione dal 16 al 21 dicembre

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Nuovofilmstudio, la programmazione dal 16 al 21 dicembre


Dal 16 al 21 arriva al Nuovofilmstudio "Il mio amico Massimo": a quasi 70 anni dall’anniversario della nascita di Massimo Troisi, Alessandro Bencivenga dedica un omaggio inusuale, leggero, a tratti ironico sulla vita e sul percorso artistico dell’attore napoletano, icona della cultura italiana.


Dal 16 al 19 dicembre proporremo ancora uno spettacolo al giorno de "Il corsetto dell'imperatrice": la regista austriaca Marie Kreutzer e l'attrice Vicky Krieps, premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione al Festival di Cannes 2022 e acclamata protagonista de "Il filo nascosto", si riuniscono per uno sguardo alternativo sulla vita dell'imperatrice Elisabetta d'Austria.


Sempre martedì 20 e mercoledì 21 dicembre, la nostra sala presenta la nuova edizione restaurata dalla Warner Bros e distribuita dalla Cineteca di Bologna di "Singin' in the rain": uno dei musical più amati di sempre torna in sala in lingua originale con sottotitoli in italiano.

 

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/<wbr></wbr>nuovofilmstudio.

 


 

Il mio amico Massimo

 

di Alessandro Bencivenga
con Lello Arena, Cloris Brosca, Massimo Troisi, Gerardo Ferrara, Carlo Verdone
Italia 2022, 85'

 

ven 16 dic (15.30 - 18.00)
sab 17 dic (18.00 - 21.00)
dom 18 dic (15.30 - 21.00)
lun 19 dic (18.00 - 21.00)
mar 20 dic (18.00)
mer 21 dic (15.30 - 21.00)

 

A quasi 70 anni dall’anniversario della nascita di Massimo Troisi, un omaggio inusuale, leggero, a tratti ironico sulla vita e sul percorso artistico dell’attore napoletano. Esibizioni cabarettistiche, teatrali e televisive, backstage, foto d’epoca, e interviste ad amici ed esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Maria Grazia Cucinotta, Ficarra e Picone e testimonianze di repertorio di Pippo Baudo e Renzo Arbore. Infine una partecipazione speciale, quella di Gerardo Ferrara, la controfigura che ha accompagnato e alleviato le fatiche di Massimo sul set nel celeberrimo “Il postino”. Troisi è stato un genio della comicità napoletana e, attraverso il proprio talento, raccontò la sua terra d’origine tra sorrisi e amare riflessioni. Fu un artista completo, che si dedicò anche a prove attoriali molto diverse tra loro, in alcuni tra i film più significativi del nostro cinema degli anni Ottanta e Novanta, diventando una vera e propria icona della cultura italiana.

 

 

Il corsetto dell'imperatrice

 

(Corsage)
di Marie Kreutzer
con Vicky Krieps, Florian Teichtmeister, Katharina Lorenz
Austria/Francia/Germania/<wbr></wbr>Lussemburgo 2022, 105'

 

ven 16 dic (21.00)
sab 17 dic (15.30)
dom 18 dic (18.00)
lun 19 dic (15.30)

 

L'imperatrice Elisabetta d'Austria è idolatrata per la sua bellezza e famosa in tutto il mondo per essere una fonte di ispirazione per le nuove tendenze di moda. Ma nel 1877, "Sissi" celebra il suo quarantesimo compleanno e deve combattere per preservare la sua immagine pubblica allacciando il suo corsetto in modo sempre più stretto. Mentre, nonostante il suo volere, il suo ruolo si riduce a mero atto performativo di presenza, la sete di conoscenza di Elisabetta e il suo entusiasmo per la vita la rendono sempre più irrequieta a Vienna. Con un avvenire di doveri strettamente cerimoniali già fissato che l'attende, Elisabetta si ribella contro l'immagine iperbolica di se stessa e architetta un piano per tutelare il suo lascito culturale...

 

La regista austriaca Marie Kreutzer e l'attrice Vicky Krieps, premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione al Festival di Cannes 2022 e acclamata protagonista de "Il filo nascosto", si riuniscono per uno sguardo alternativo sulla vita dell'imperatrice Elisabetta d'Austria. L’opera di Kreutzer analizza lo stato di prigionia di questo iconico personaggio, alternando episodi realmente accaduti a scene di pura finzione. La libertà creativa della cineasta, la struttura a vignette e l’interpretazione straordinaria di Krieps discostano il film dal classico film biografico.


«La Principessa Sissi è ovunque in Austria: ci sono varie piazze e monumenti dedicati a lei, per non parlare di molti negozi di souvenir che hanno commercializzato la sua fama. Il mio intento non era quello di raccontarla in maniera differente o andare contro la tradizione, volevo solo dare la mia interpretazione, mettere in scena una storia accattivante che si discostasse dalle rappresentazioni precedenti. Ovviamente il personaggio si presta a molte versioni perché ci sono solamente alcuni dipinti e fotografie che ritraggono Sissi, le altre fonti sono scritte, così che abbiamo varie "pagine bianche" inerenti ad alcuni periodi della sua vita. Per questo si può avere un po’ di creatività e inventare alcune cose. A quarant'anni La Principessa è a un punto di svolta della sua vita, ed è quello che volevo mostrare. È già molto stufa di quella sua immagine ponderosa che deve sempre tenere e, allo stesso tempo, non è sicura di essere ancora interessata a ricoprire il ruolo di monarca, quindi inizia a chiedersi cosa può fare altrimenti. Le immagini film-nel-film rappresentano il fatto che forse c'è un'altra versione di se stessa che è possibile. Con l'imperatore volevo creare un personaggio che non fosse semplicemente l'antagonista, un cattivo marito, ma qualcuno che ha difficoltà a trattare con sua moglie. Ho trovato interessante il fatto che Sissi fosse riuscita a trovare diversi modi per ribellarsi, creando la propria “eredità” e non seguendo quello che il marito o il regno le imponevano. Inoltre era una persona molto acculturata, leggeva e scriveva poesie e aveva un modo specifico di analizzare le cose, tanto che sotto molti aspetti era avanti rispetto al suo tempo. Il corsetto e il modo in cui la Principessa modellava il proprio corpo per rispettare gli standard di bellezza avevano un ruolo chiave in ogni biografia che ho letto sul suo conto».
(Marie Kreutzer)

 

 

Singin' in the rain 
Il Cinema Ritrovato. Al cinema
in collaborazione con la Cineteca di Bologna

 

di Stanley Donen, Gene Kelly
con Gene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds
USA 1952, 103’
in inglese con sottotitoli in italiano

 

mar 20 dic (15.30 - 18.00)
mer 21 dic (21.00)

 

1927, Don Lockwood e Lina Lamont sono una famosa coppia del cinema muto. Lina però scambia la finzione per realtà ed è veramente innamorata di Don. Nel frattempo il cinema sta vivendo il passaggio dal muto al sonoro e il produttore, poiché non vuole rimanere indietro, mette in lavorazione un musical. Don ha la voce adatta per le canzoni del film, ma Lina è in difficoltà. Viene allora deciso che verrà doppiata da una giovane cantante e ballerina di nome Kathy...

 

La satira esuberante di una Hollywood travolta dal sonoro, la torrenziale celebrazione dello slancio amoroso, l'energia comica che incrocia e si risolve nella perfetta stilizzazione coreografica. L'idea stessa del musical, nel fuggevole apogeo della sua felicità. È davvero il film dei magici accordi: di Stanley Donen e Gene Kelly, di una formidabile coppia di sceneggiatori come Betty Comden e Adolph Green, di un produttore di straordinario talento come Arthur Freed. La squadra che ha consegnato il musical americano all'eternità.


«Apprezzato dal pubblico sin dalla sua uscita, “Singin' in the Rain” è cresciuto con gli anni nella stima della critica, che oggi lo ritiene fra i film più belli mai realizzati. L’onirismo della grande tradizione del musical hollywoodiano era negli anni andato vieppiù svanendo, mentre per forza di cose era invece rimasta la stilizzazione del canto e della danza. Il lavoro di Donen e Kelly si situa in questo periodo di declino che però non è, o non è ancora, un momento di crisi. Anzi, proprio fra i Quaranta e i Cinquanta la MGM, casa-leader in ambito di musical, sfornerà una serie di pellicole forse non sempre eccelse ma comunque brillanti e gradevoli che contribuiranno non poco a identificare il genere con la casa stessa. “Singin’ in the Rain” è un’eloquente metafora di una condizione critica del cinema hollywoodiano, la grande crisi causata dall’avvento del sonoro. Il film è dunque la rivisitazione di un passato forse non molto lontano nel tempo, ma situato ad anni-luce di distanza quanto a gusto, mentalità, moda, e naturalmente anche tecnologia. Così lontano che la sequenza d’apertura con un’inquadratura dall’alto in campo lunghissimo della zona del Grauman ha il sapore di una scena presa di peso da un cartone animato: i colori, le luci, i movimenti in lontananza, le linee architettoniche non sembrano affatto veri (ricreati), ma appartengono piuttosto a un altro ordine di immaginario, quello di una realtà trasfigurata da una fantasia colorata e infantile, rutilante e microscopicamente grandiosa».
(Franco La Polla)

 

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