Cose Belle28 aprile 2023 14:38

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

La programmazione dal 28 aprile al 4 maggio

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

Dal 28 aprile al 1 maggio continuano al Nuovofilmstudio le proiezioni della nuova commedia brillante di François Ozon "Mon crime - la colpevole sono io": il prolifico e talentuoso Ozon, che salta da un genere all’altro a ritmi incredibili, mette in scena la pièce omonima di George Berr e Louis Verneuil in stile 8 donne e un mistero con un cast stellare, tra cui Dany Boon, Isabelle Huppert e Fabrice Luchini.


Venerdì 28 aprile un doppio appuntamento: alle ore 21.00 saranno nostri ospiti gli autori Massimo Cannarella ed Enrico Fravega per la presentazione de "Il crollo", documentario incentrato sui segni che il crollo del ponte Morandi ha lasciato sulla vita degli ex-residenti. A seguire "Maccaja - le bombe di Savona" di Diego Scarponi, Grazia Stella e Angelo Maneschi, con cui ricorderemo gli attentati neofascisti avvenuti a Savona e dintorni negli anni 70.


Dal 2 al 4 maggio, la sala propone “Il ritorno di Casanova”: Gabriele Salvatores dirige Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio in una doppia narrazione liberamente ispirata dal romanzo di Arthur Schnitzler “Casanovas Heimfahrt”. È più importante continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la vita ti propone?


Giovedì 4 alle 20.30, "Fare per l’Italia" presenta "C’era una volta in Italia - Giacarta sta arrivando" di Federico Greco e Mirko Melchiorreo, un film-inchiesta sulla sanità pubblica e contro lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale. Dopo la proiezione incontro coi registi; modera il dibattito Michele Canessa.

 

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/<wbr></wbr>nuovofilmstudio.

  


 

Mon crime - la colpevole sono io

 

di François Ozon
con Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon
Francia 2023, 102'

 

ven 28 apr (15.30 - 18.00)
sab 29 apr (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 30 apr (15.30 - 18.00 - 21.00)
lun 1 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)

 

Negli anni ’30, a Parigi, Madeleine Verdier, avvenente giovane attrice squattrinata e senza talento, viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto della sua migliore amica Pauline, giovane avvocatessa disoccupata, viene assolta per legittima difesa. Inizia così una nuova vita, fatta di gloria e di successo, fino a quando la verità non viene a galla...

 

Il prolifico e talentuoso François Ozon, che salta da un genere all’altro a ritmi incredibili, ritorna con una nuova commedia brillante e sofisticata ("8 donne e un mistero", "Potiche").
«Il cinema parlato mi è sempre apparso come l’arte della menzogna per eccellenza ed era da molto tempo che desideravo raccontare la storia di un falso colpevole o di una falsa colpevole. Quando ho scoperto la pièce di Georges Berr e Louis Verneuil, uno dei grandi successi del 1934, ho subito capito di aver trovato la giusta opportunità per confrontarmi con questo tema. Pur mantenendo il contesto storico e politico degli anni ‘30, ho voluto adattare liberamente la trama in modo che al suo interno risuonassero le nostre preoccupazioni contemporanee in merito ai rapporti di potere e al controllo nei rapporti uomo/donna. E ho voluto giocare con i parallelismi che esistono tra teatro e giustizia. In questi tempi di depressione collettiva, ho sentito l’esigenza di ricorrere all’estro e alla leggerezza per meglio sopportare la dura realtà del presente. E da questo è scaturito il mio desiderio di ritrovare lo spirito della screwball comedy, con i suoi dialoghi scoppiettanti e l’uso di situazioni strampalate e scorrette in cui i protagonisti inventano delle astuzie per trarsi da drammatici impacci. Mi è sembrato il genere ideale per raccontare questa storia, con un tono di farsa tenera e ironica, giocando sull’assurdo pur abbracciando una parte di teatralità. I dialoghi cesellati e pieni di arguzia della pièce originale mi hanno riportato alla mente le commedie mordaci di Sacha Guitry in cui gli interpreti brillano e questo film mi ha offerto l’occasione di lavorare con giovani attrici esordienti molto promettenti nei panni delle protagoniste e di circondarle di una farandola di attrici e attori affermati e consolidati in gustosi ruoli di contorno».

  

Trailer: https://youtu.be/<wbr></wbr>f8CsDrhHoC8

Il crollo

Maccaja - le bombe di Savona

incontro con gli autori

 

ven 28 apr (21.00)

 

Il crollo
di Massimo Cannarella, Enrico Fravega
Italia 2022, 30’
ospiti in sala i registi Massimo Cannarella ed Enrico Fravega

 

Il crollo del viadotto Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018 a Genova, è stato un evento riportato da tutti i principali media del mondo. Il quartiere interessato era un insediamento di edilizia popolare costruito a cavallo della Seconda guerra mondiale, tra gli anni ‘40 e gli anni ’60 per alloggiare i dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Nel 1962 viene edificato il viadotto Morandi, che scavalca la valle e il fiume Polcevera con arcate che passano sopra i tetti delle case e piloni che precipitano nei cortili. Il film mette a fuoco il vissuto delle persone sfollate in conseguenza del cedimento del ponte. La realizzazione delle riprese, avviata praticamente il giorno stesso del crollo e continuata per circa diciotto mesi, ha comportato lo sviluppo di una riflessione sulla condizione degli sfollati maturata attraverso un percorso di discussione ed elaborazione realizzato con gli ex-residenti di Via Porro. Sono stati realizzati diversi momenti di dialogo collettivo, laboratori narrativi in cui le persone rimaste senza casa ragionavano e si confrontavano liberamente su temi lanciati dai due autori. Questo lavoro di riflessione, dialogo e intervista corale è stato accompagnato dalla frequentazione, da parte degli autori, dei luoghi e dei quartieri coinvolti, che ha permesso loro di vedere e condividere, come testimoni, l’evolversi delle conseguenze del crollo e dello sfollamento. L’oggetto del documentario non è tanto il Ponte Morandi o il suo crollo, quanto la profondità di una cesura biografica prodotta da una tragedia collettiva, e i segni che questo evento ha lasciato sulla vita delle persone. Il documentario, centrato sui diversi vissuti dello sgombero e del passaggio a una nuova fase della vita, mostra quanto l’abitare una casa e un luogo sia un’esperienza emotivamente intensa.

 

a seguire

 

Maccaja - le bombe di Savona
di Diego Scarponi
Scritto con gli studenti del Liceo Scientifico “O. Grassi”
in collaborazione con Angelo Maneschi e Grazia Stella
Italia 2021, 52’
ospiti in sala gli autori Diego Scarponi, Grazia Stella e Angelo Maneschi

 

Il film doc “Maccaja - le bombe di Savona”, racconta attraverso decine di interviste e materiali di archivio rari e inediti (tra cui repertori provenienti da AAMOD e RAI Teche), la drammatica vicenda legata ai 12 attentati neofascisti avvenuti tra gli anni 1974-75 a Savona e dintorni, che provocarono due vittime innocenti, Fanny Dallari e Virgilio Gambolati, e su cui non si è mai ottenuta alcuna verità giudiziaria. Ancora oggi, sulle bombe di Savona non abbiamo avuto alcuna chiarezza storica, non si è riusciti ad individuare i responsabili materiali, i mandanti e tanto meno le ragioni di una simile e inaudita violenza, rimasta impunita per quasi mezzo secolo. Perché Savona? Quelle vicende sono altresì legate alla straordinaria difesa della città, attraverso la vigilanza popolare antifascista, che ha visto coinvolte migliaia di persone… storia anch’essa in gran parte dimenticata e ridotta a pura aneddotica. Il film, che ha il patrocinio del comune di Savona, è stato sostenuto da MIUR e MIBAC, è stato realizzato con gli studenti del Liceo Scientifico O. Grassi di Savona, in collaborazione con gargagnànfilm, ISREC Savona e numerosi altri enti e soggetti, tra cui il Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, Campus di Savona, Università di Genova, ANPI Savona, ANED Savona e il Circolo Amici del Liceo Grassi. Maccaja è la nebbia sul mare. Una nebbia che dalle onde rientra in città, fino alle colline, e tutto pervade, rendendo incerto lo sguardo, invisibile la linea dell’orizzonte, sfumati i contorni delle cose… una coltre spessa che ha circondato queste vicende spingendole verso l’oblio.

Il ritorno di Casanova

 

di Gabriele Salvatores
con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso
Italia 2023, 95'

 

mar 2 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
mer 3 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
gio 4 mag (15.30 - 18.00)

 

Leo Bernardi è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino. Per la sua ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, a casa sua. Nel suo viaggio di ritorno, Casanova conosce una ragazza, Marcolina, che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni. Nel tentativo di sedurla, Casanova arriverà alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio. Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili...


Gabriele Salvatores dirige “Il ritorno di Casanova” da una sua sceneggiatura scritta con Umberto Contarello (“La grande bellezza”), Sara Mosetti (“Tutto il mio folle amore”) e liberamente ispirata dal romanzo di Arthur Schnitzler “Casanovas Heimfahrt”. Il film segue una doppia narrazione: le vicende di un attempato Casanova interpretato da Fabrizio Bentivoglio e quelle di un regista italiano di spicco, un Toni Servillo anch'egli in età avanzata. È più importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la vita ti propone?

 

C’era una volta in Italia - Giacarta sta arrivando

Incontro con i registi

 

di Federico Greco e Mirko Melchiorreo
Italia 2022, 102’

a seguire dibattito con i registi

modera Michele Canessa

 

gio 4 mag (20.30)

 

Un film-inchiesta sulla sanità pubblica che racconta le tragiche conseguenze di un Piano di rientro che ha messo ko gli ospedali nel sud Italia. C'è l'ospedale di Cariati in provincia di Cosenza chiuso da dieci anni. C'è lo sterminio compiuto in Indonesia nel 1965 dove furono uccise quasi un milione di persone. Ci sono Davos e il "Washington Consensus". Ma qual è il filo invisibile (del mercato) che lega attraverso il tempo e lo spazio eventi apparentemente così lontani tra loro? Uno e soltanto uno: il capitalismo. In qualunque forma lo si voglia assumere, neoliberista, post-coloniale o globalista che sia. Così la lotta per la riapertura del presidio sanitario calabrese è solo un'altra barricata contro lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale. Tutto è capitalismo.

 

La Calabria è quell'arto non ancora amputato ma oramai in mortale cancrena di una nazione di santi, poeti e navigatori incapaci di pacificare, cantare ed esplorare un territorio che sta lì da sempre e da sempre resiste contro tutto e tutti, con un sistema sanitario al collasso per le inefficienze, gli sprechi e i tagli nel campo della sanità che si sono abbattuti sul nostro Paese e la nostra (di tutti) Regione.

 

“Fare per l'Italia” è una rete territoriale di cittadini che si occupa della res pubblica. Analizziamo i problemi scoprendo le cause che li generano. Spesso e volentieri frutto di una volontà politica. Senso critico e conoscenza su temi affrontandoli dal punto di vista della comunicazione, della psicologia sociale, dell’ideologia, potendo comprendere le problematiche a monte di una società che fa acqua da tutte le parti: scuola, sanità, economia, benessere psichico ed economico delle persone.

red

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