Con Agostino anche il mondo del calcio savonese dei meravigliosi anni’60-70 perde un protagonista sul campo e nella dimensione organizzativa, di promozione dello sport come fattore di inclusione sociale e di sano agonismo.
Agostino, classe 1946, era un “faticatore” del centro – campo, un tipo alla Lodetti, aveva esordito nella Raphael, la creatura di Giuan Nasi e poi era passato alla Villetta: con i bianco celesti aveva disputato anche il Trofeo Boggio giocando contro la Primavera della Juventus nel “giorno più lungo” nella storia del club villettiano.
Dalla Villetta alla Judax la squadra rappresentativa del quartiere delle Fornaci dal lato “cattolico” successivamente inclusiva di tutte le anime politiche e sociali della zona quando Bagni Italia e Rinascita avevano interrotto l’attività.
Con la squadra del suo quartiere “storico” quello della Rocca Agostino aveva disputato anche il Trofeo “ARCI UISP” sul terreno della Valletta, il “mitico” Torneo dei Bar, la manifestazione più importante a Savona nelle stagioni comprese tra il 1962 e il 1967.
Poi si era gettato nell’organizzazione calcistica per dar vita, proprio alla Rocca, a una società partecipante ai campionati federali: era sorta così la Chimor che per diverse stagioni (anche attraverso un abbinamento con il Dono Bosco) aveva tenuto alto il vessillo calcistico di Chiavella – Moroni – Rocca ( per iniziativa di sua moglie Rosanna Venturino era sorta anche un forte squadra di volley femminile).
Ci eravamo incontrati proprio nella Chimor e nell’ultima stagione di attività (74-75) avevamo anche disputato assieme le ultime partite di campionato della nostra modesta attività calcistica.
La grande famiglia della Chimor Don Bosco: da sinistra: Luciano Balleri (massaggiatore), il d.t. Astengo, il presidente Benazzo, Vaccaro, Tarantino, Bigliani, Pinuccio D’Anna, grecoromanista di vaglia più volte convocato in Nazionale, alle cui spalle spunta il futuro dottor Borghini, Gasco; accosciati, Palmieri II, Palmieri I, Piero Siri, Nico Toso,Barile e Lavagna. A destra in maglia più scura (in realtà verde) il Don Bosco: Sole, Laviola, Aisoni, Serra, Marinelli (piedi buoni), Sciascia, Gian Besio (altro indimenticabile protagonista anima dell’Oratorio di Via Piave mancato giovanissimo), alcuni supporter fra i quali si nota (maglia a strisce orizzontali) un giovanissimo Lallo Bossolino (poi una carriera a buoni livelli, oggi responsabile del settore giovanile del Vado Fbc), Canu, Monteleone, Signorini, Vigna, Agostino Macciò
Nel frattempo Agostino aveva incontrato l’attività sociale e politica: diplomato all’Istituto Magistrale si era impegnato subito nelle attività promosse dall’ACLI, sia con il Patronato (di cui poi fu a lungo Segretario) sia nel mondo del lavoro e della formazione professionale con l’ENAIP.
Erano tempi di grande fermento a cavallo del ’68-69 e nel mondo cattolico savonese si fece largo una forte spinta progressista anche sull’esempio di sacerdoti come don Ricci e don Genta, dell’opera sindacale di forte tensione unitaria portata avanti da Giovanni Burzio e dell’accoglimento della “scelta socialista” compiuta dalle Acli nel convegno di Vallombrosa (1970) compiuta a Savona da un altro indimenticabile come Mimmo Filippi.
Intanto si faceva largo l’aspirazione alla partecipazione popolare alla cosa pubblica: si formarono i consigli di quartiere e il primo (1970) fu proprio quello di Savona Ponente e Agostino Macciò (cattolico progressista in una zona a forte egemonia socialista e comunista) ne fu il primo Presidente.
Alle elezioni del 1972 si verificò la sfortuna parentesi dell’MPL, tentativo di rottura a sinistra dell’unità politica dei cattolici fin lì rappresentata dalla Democrazia Cristiana, con Paolo De Stefanis, Pompeo Li Calzi, Mimmo Filippi, Agostino fu tra i promotori della presentazione della lista capeggiata da Livio Labor ma il risultato elettorale negò all’MPL l’ingresso in Parlamento.
Agostino proseguì il suo impegno nelle ACLI con il Patronato e con l’Unione Sportiva di cui fu Presidente in anni fervidi nel corso dei quali l’US Acli di Savona organizzò anche i campionati italiani di categoria (Agostino era anche un ottimo scalatore, al punto che all’inizio degli anni’80 il campionato sociale di ciclismo dell’US Acli fu disputato con una cronoscalata dell’Izoard).
La politica fu recuperata nel 1990 quando Agostino fu eletto in consiglio comunale a Savona nella lista “PCI, insieme per Savona” nella prima occasione di confluenza “ufficiale” di una pattuglia di esponenti del mondo del volontariato nella lista del Partito Comunista: con lui furonio eletti Agostino Varaldo, Emanuele Varaldo e Franco Zunino.
Mi fermo in questo ricordo all’anno 2000 quando su sua iniziativa come presidente dell’US ACLI in collaborazione di chi scrive e di un altro indimenticabile protagonista come Ugo Tombesi e l’impegno del presidente provinciale delle ACLI di allora un giovanissimo Marco Russo, demmo vita al volume “Il tempo di Giuan” in omaggio al ricordo di Giuan Nasi, prete – operaio scomparso giovanissimo nel 1970 e simbolo, assieme a Lello Paltrinieri, dell’impegno sociale nella Chiesa savonese.
Il volume raccoglieva ricordi sportivi e di militanza ecclesiale rappresentando lo si può davvero affermare con orgoglio il meglio dell’impegno sociale nello sport e fuori dallo sport nella nostra città: un testo collettaneo dal quale traspare ancora oggi un grande senso di solidarietà e di rigore morale.
Solidarietà e rigore morale, questo il lascito che Agostino Macciò ha testimoniato sempre nella sua diuturna fatica per affermare le ragioni dei più deboli unite a un cristallino esempio di fede.