Cultura04 gennaio 2024 08:34

Filiberto Guala: un savonese tra i fondatori della TV in Italia

Soltanto alcune delle ricostruzioni riguardanti la fondazione, 70 anni fa, della TV in Italia ricordano il primo amministratore delegato Filiberto Guala - Vincenzo Vita sul "Manifesto", per esempio: un savonese di parentela e d'adozione (di Franco Astengo)

Filiberto Guala: un savonese tra i fondatori della TV in Italia

 

Guala era un cattolico militante che fece voto di castità e di povertà prima ancora di ritirarsi in convento dopo l'esperienza in RAI.

Ingegnere, manager di grande capacità (nato nel 1907) amico di Frassati e dissuaso da Montini a prendere la via del sacerdozio, Guala visse a Savona negli anni'30 come direttore dei lavori per il raddoppio della funivia Savona - San Giuseppe (proprio quella che adesso non funziona per la caduta di due piloni che pare proprio non si riesca a risolvere).

A Savona entrò in contatto con l'avvocato Franco Costa (poi diventato prete) operando proprio nella Stella Maris l'attività di assistenza dei marittimi (Stella Maris la cui sala al Porto è stata di recente recuperata ad una intensa attività culturale per merito dell'Associazione musicale Rossini).

Assieme alle opere della Stella Maris Guala si impegnò anche nelle attività di Don Orione, fondatore delle Piccole Opere della Divina Provvidenza.

Nel dopoguerra il ministro del lavoro Fanfani affidò a Guala (nel frattempo avvicinatosi alla corrente DC dei "professorini" con Lazzati, La Pira, Dossetti e lo stesso Fanfani) l'incarico di Direttore Generale dell'INA Casa e nel 1954 l'incarico di amministratore delegato della RAI che avviava le trasmissioni televisive.

Guala interpretò il ruolo con grande apertura dal punto di vista tecnico ma molto rigidamente sotto l'aspetto morale, seguendo pedissequamente le indicazioni della DC e del Vaticano.

Merito di Guala l'innesto nell'organico della RAI di giovani di grande valore intellettuale come Umberto Eco, Gianni Vattimo, Furio Colombo, Piero Angela, Adriano de Zan, Fabiano Fabiani, Angelo Guglielmi (futuro direttore della terza rete nella TV dei "professori") mentre dovette attendere qualche tempo Andrea Camilleri giudicato "troppo comunista".

Guala si dimise nel 1956 dopo il famoso "scandalo delle ballerine" ( o dei "mutandoni") che la leggenda indica come protagonista lo stesso papa Pacelli, scandalizzato da determinate esibizioni ( sempre secondo la leggenda il Papa telefonò direttamente all'amministratore delegato per lamentarsi del presunto scandalo).

L'occasione di ricordo per Guala deve essere colta anche per recuperare la memoria dellafigura di Carlo Trivelloni, all'epoca dirigente delle Funivie, che Guala portò con sé a Roma come assistente e segretario particolare.

Carlo Trivelloni (che pare ricevette di persona la famosa telefonata del Pontefice qualificatosi come: "Eugenio Pacelli") tornato a Savona e ripreso il posto nelle Funivie come lungimirante direttore del personale era stato partigiano, persona di grande cultura e di integerrimo rigore morale, militante socialista poi nella Sinistra Indipendente: da membro del direttivo dell'ANPI e consigliere comunale Trivelloni fu protagonista della denuncia di Alberto Teardo e della massoneria segreta, sulla quale aveva scritto un'ampia relazione a quel tempo tenuta ferma nei cassetti per ragioni di "opportunismo politico" e poi resa pubblica (ancora come quasi un "samizdat") dopo l'arresto del potente ex-presidente della Regione in quel momento in corsa (fallita) per la Camera dei Deputati. La vicenda Teardo rappresentò un caso emblematico di corruzione politica anticipatore (siamo all'inizio degli anni'80) di Tangentopoli.

Tornando a Filiberto Guala c'è da aggiungere che, ricoperti ancora incarichi nell'organizzazione di "Italia '61" e all'INA Casa, prese la via dell'ascesi e della meditazione ritirandosi in convento alle Frattocchie come frate trappista e successivamente prendendo anche i voti sacerdotali: è scomparso nel 2000.

Un passaggio forse quasi dimenticato nella storia della TV che ha coinvolto Savona e figure di grande spessore morale come quelle di Filiberto Guala e di Carlo Trivelloni, da non dimenticare.

Franco Astengo