Contromano25 febbraio 2024 12:59

Chiamate Christo

Quando l’han costruito, il palazzo - reggia dell’autorità portuale savonese già in odore di accorpamento con Genova matrigna, abbiamo pensato che non potesse esistere nulla di più brutto. Un fuoco tutt’altro che sacro si è incaricato di smentirci di lì a breve, mostrandoci che uno scheletro bruciato è ancor più orrendo di una lucida cassettiera biancoblu

Chiamate Christo

Correva l’anno 2018: un ponte autostradale era da poco crollato ingoiando 43 innocenti a una manciata di chilometri da qui, una solenne mareggiata aveva appena disintegrato le nostre coste e dell’incendio di un palazzotto a Savona non si è occupato nessuno, tanto più che fortunatamente non ci furono vittime.

Il problema è che non se ne sono occupati neppure dopo, salvo declamare ogni sei mesi che il problema dell’osceno rudere flambé sarebbe stato risolto a breve.

Invece sono passati quasi sei anni e lui resta lì, come un mostruoso gabbiano annerito a perpetua minaccia del porto: è la prima cosa che si vede arrivando da Albissola o da Vado, è il primo oggetto che cade sotto gli occhi delle migliaia di crocieristi che ogni anno sbarcano ignari in una città che si vuole turistica.

Una sana demolizione sarebbe stata la soluzione migliore: ma visto che evidentemente colà dove si puote han deciso diversamente, optando per una sontuosa “ristrutturazione”, abbiano almeno la decenza di coprirlo con le impalcature.

O di chiamare un Christo qualunque, che lo impacchetti.

LNS

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