News07 aprile 2024 07:45

Tito Campanella: rompere il silenzio dopo quarant'anni

Savona ha ricordato il dramma della motonave affondata nell'84 nel Golfo di Biscaglia (di Franco Astengo)

Tito Campanella: rompere il silenzio dopo quarant'anni

Gennaio 1984, quarant'anni fa: il mare tempestoso del Golfo di Biscaglia inghiottiva la motonave savonese "Tito Campanella" e con essa 24 vite di lavoratori del mare.

Il mistero sulle cause di quella tragedia è rimasto irrisolto e lunghe procedure processuali non lo hanno scalfito: anzi alla fine con l'assoluzione di quanti potevano portare responsabilità oggettive la vicenda è rimasta priva di verità e giustizia.

I marinai perduti nella tempesta provenivano da diverse province d'Italia ma sono stati ricordati il 6 aprile a Savona nella "storica" Stella Maris, il luogo simbolo della solidarietà fra la gente di mare.

Si è trattato di un ricordo molto toccante, misurato dall'abile regia di Marcello Zinola che si è impegnato molto per organizzare questo appuntamento coadiuvato dal giovane giornalista Gabriele Dorati, nipote di una delle vittime.

Si sono ascoltate testimonianze importanti sia di figli di marinai perduti con la "Tito Campanella" sia di altra provenienza; sono stati ricordati i personaggi savonesi che all'epoca si erano prodigati nella ricerca della verità da Don Mario Genta, ad Aldo Pastore che all'epoca era parlamentare e presentò diverse interrogazioni al proposito, a Nanni Russo che difese le famiglie nei procedimenti giudiziari (era presente anche il figlio di Nanni, l'attuale sindaco di Savona Marco Russo che ha sviluppato un impegnato intervento sul concetto di inestinguibilità del dolore).

La vicenda della "Tito Campanella" rimane uno dei grandi misteri irrisolti non soltanto nella storia della nostra Città ma dell'intera marineria italiana: per Savona e il comprensorio (alcune vittime erano originarie di Albisola e di Celle) quel fatto rimane però di specifica e particolare importanza perchè si è trattato di un sacrificio consumato sul mare: quel mare che tanto rappresenta per la nostra Città proprio dal punto di vista identitario, del richiamo di riferimento.

Assieme al mistero rimane proprio il dolore, una sorta di lutto permanente per l'intera nostra Comunità che non può essere facilmente obliato anche a distanza di tanti anni.

Gli organizzatori hanno annunciato la pubblicazione di un docu-film e di un sito online di memoria: dovrà essere impegno di tutti fare in modo che questo annuncio si concretizzi al più presto.

Il ricordo non può essere abbandonato e non ci si può rifugiare soltanto nelle scadenza canoniche. Serve una memoria viva, quotidiana: lo dobbiamo ai caduti, alle loro famiglie, alla ricerca della verità e della giustizia che deve proseguire verso questa storia di dolore e di sfruttamento.

Franco Astengo