News04 maggio 2024 09:26

Il Letimbro che chiude

Ci si augura che il mondo culturale della nostra Città reagisca alla notizia della chiusura della storica testata della Curia Savonese dopo 132 anni di pubblicazione

Il Letimbro che chiude

 

Preso atto del mutare dei tempi e dell'avanzare dell'innovazione tecnologica non si può non segnalare questo fatto come un elemento di ulteriore sottrazione all'identità cittadina e al suo dibattito culturale: tanto più in un momento in cui l'amministrazione comunale progressista - costituzionale sta lavorando per far rialzare la testa a Savona candidandola a capitale della Cultura per cercare di dimenticare la "Città silente" del declino creato dal vuoto della chiusura dell'industria.

Queste poche righe però non intendono soltanto esprimere un appello nella direzione del recuperare una possibilità importante di espressione quale è stata "Il Letimbro" e neppure ricostruire una storia, quella dell'informazione savonese che meriterebbe racconti e riflessioni ben più ampie: dai tempi delle cronache cittadine di Unità, Lavoro, Cittadino fino alla redazioni di Secolo XIX e Stampa.

L'occasione è per un ricordo : quello della tipografia Sabatelli, collocata nei locali sottostanti il vescovado (dove adesso è stata allestita una bellissima sala - mostre e convegni).

Dalla tipografia Sabatelli sotto l'attenta guida dell'indimenticabile Marco (personaggio di grande spessore purtroppo dimenticato) usciva il meglio della cultura ligure sotto l'aspetto di libri e riviste:

pensiamo, soltanto per fare pochi esempi, alla raccolta degli atti del dipartimento di Montenotte curata da Giagi Assereto, il volume sui bombardamenti a Savona nel corso della guerra mondiale di Renzo Aiolfi e Nanni De Marco, la storia del Savona FBC opera sempre (assieme al volume sulla "case chiuse") del nostro De Marco, altro personaggio la cui memoria appare assolutamente trascurata.

Le riviste: da Resine nel segno di Sbarbaro e Barile fino ad Adriano Sansa, Sabazia, Liguria.

Ancora due settimanali: "Il Letimbro" e "Riviera Notte".

Un ricordo vivo quello di noi giovani ragazzi che si occupavano di sport (Riviera Notte arrivò a vendere 8.000 copie la settimana inventandosi un nuovo modo di raccontare lo sport locale, grazie all'intuito e all'abnegazione soprattutto di Luciano Angelini, destinato poi a una grande carriera giornalistica) che lavoravamo a fianco di personaggi dello spessore culturale e umano come Monsignor Vivaldo e Don Farris, fino alla stagione di notevole apertura culturale ad opera di Don Angelo Magnano.

Questo intervento però non vuol essere un semplice amarcord (molto lacunoso del resto) ma un invito, uno stimolo, una proposta per il futuro dell'informazione in stretto connubio con la cultura nella nostra piccola, amata, Savona.

Franco Astengo

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