Cinema Nuovofilmstudio - in p.v. dal 16 al 19 BLACK TEA di Abderrahmane Sissako; il 20 e 21 MICKEY 17 di Bong Joon-ho e, per Il Cinema Ritrovato FANTOZZI, con Paolo Villaggio; il 22 PORTUALI di Perla Sardella, ospiti in sala la regista e rappresentanti del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova.
Cattivi Maestri Teatro – serata speciale quella di sabato dai Cattivi Maestri con uno spettacolo di Teatro Danza NATURA MORTA CON GIOCO portato in scena da Cristiano Fabbri, prodotto dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse. Lo stesso Fabbri condurrà un Workshop sulla Materia Scenica il 17 e 18 maggio.
Raindogs House Musica – Grandi ospiti: sabato 17 CHARLIE SEXTON, chitarrista di Bob Dylan dal 2009 al 2020, in scena con il giovanissimo scrittore e poeta CALDER ALLEN. Evento straordinario giovedi 22 con PAUL ROLAND, il Raindogs è onorato di ospitarlo con la sua band per un preziosissimo fuori programma in occasione della registrazione dell’album “Live@Raindogs “.
Ecco il programma nel dettaglio.
cinema NUOVOFILMSTUDIO
ven 16 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
sab 17 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 18 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
lun 19 mag (15.30 - 18.00 - 21.00)
BLACK TEA
di Abderrahmane Sissako
con Nina Melo, Ke-Xi Wu, Michael Chang
Francia/Lussemburgo/Mauritania 2024, 110'
Per una scelta di rispetto artistico e in linea con la natura profondamente multiculturale del film, "Black tea" è distribuito esclusivamente in versione originale sottotitolata. Parlato in più lingue, il film trova proprio nella pluralità delle voci uno dei suoi elementi più autentici e distintivi.
Dopo aver detto “no” nel giorno delle sue nozze, Aya lascia la Costa d’Avorio per iniziare una nuova vita a Guangzhou, in Cina nel quartiere chiamato “Chocolate City”, dove risiede una grande comunità africana. In questo quartiere dove la diaspora africana viene a contatto con la cultura cinese, Aya viene assunta in un negozio che esporta tè di proprietà di Cai, un uomo cinese. Nell’intimità del retrobottega, Cai decide di iniziare Aya alla cerimonia del tè. Attraverso gli insegnamenti di questa antica arte, la loro relazione lentamente si trasforma.
"Black tea" segna il ritorno di Abderrahmane Sissako, regista mauritano autore del capolavoro candidato agli Oscar "Timbuktu"; una storia d'amore che non conosce limiti né frontiere.
«Forse le prime tracce di "Black tea" sono già individuabili in una scena di "Waiting for happiness". Un immigrato cinese sta cenando con una donna africana, e si ritrova a cantare con il karaoke. In questa scena, affrontavo quello che considero un tema fondamentale: gli incontri. Quanto all’identità culturale, non esploro mai i miei personaggi in base a come vengono definiti dalla loro appartenenza a un particolare gruppo di persone. Ho l’impressione che coloro che lasciano il loro Paese lo abbiano già abbandonato da tempo, a livello mentale, ben prima del loro viaggio vero e proprio. La partenza volontaria e l’esilio hanno qualcosa di interessante da dire sull’identità. E per quanto mi riguarda, il cinema è un mezzo per esprimere quel qualcosa. Specialmente in "Black tea" in cui spiego che, a prescindere da dove le persone provengano, esse hanno in comune il desiderio di vivere una vita felice. Non ho mai pensato a questo film in termini di ubicazione geografica, ma piuttosto come a un modo di guardare i miei personaggi. Aya passa da una strada africana a una strada cinese senza soluzione di continuità. Quello che conta non è la posizione geografica, ma il fatto che l’incedere della donna resta immutato. Il fatto che lasci trapelare una libertà che non può essere confinata in nessun singolo Paese».
(Abderrahmane Sissako)
Trailer: https://youtu.be/KAumQ18Jkvo
mar 20 mag (15.00 - 21.00)
mer 21 mag (18.00)
MICKEY 17
di Bong Joon-ho
con Robert Pattinson, Toni Collette, Mark Ruffalo
USA/Gran Bretagna 2025, 139'
Mickey Barnes si ritrova nella particolare circostanza di prestare servizio a un titolare che esige l’impegno definitivo sul lavoro... ovvero morire, per vivere. Mickey è infatti un impiegato usa e getta della sua azienda, mandato in avanscoperta sul pianeta ghiacciato Niflheim per la futura colonizzazione. Ogni volta che una replica di Mickey muore, viene rigenerato un nuovo clone che contiene i suoi ricordi intatti.
Bong Joon-Ho, regista e sceneggiatore Premio Oscar per “Parasite”, presenta la sua nuova esperienza cinematografica. Adattato dal romanzo di Edward Ashton "Mickey7", il film ruota attorno al "sacrificabile" Mickey, interpretato dal sempre convincente Robert Pattinson.
«È per me impressionante vedere come le idee di un altro scrittore siano state assorbite senza soluzione di continuità nella mia sensibilità creativa. La missione, sul lontano pianeta di Niflheim, è costellata da un sacco di contrasti tra i piani alti e bassi in stile "Parasite", c'è una sottotrama noir che ricorda il mio film "Memories of Murder", Niflheim è un paesaggio distopico ghiacciato, proprio come quello di "Snowpiercer", e popolato da una specie di bestie inquietanti e carine, non dissimili dal personaggio di "Okja". In "Mickey 17" vediamo sedicenti leader assegnare tutti i compiti pericolosi e potenzialmente fatali a un singolo essere vivente senza sentirsi in colpa. In Corea abbiamo avuto persone che sono morte a causa di incidenti sul lavoro in siti industriali. Non sono sicuro di quanto siano migliorate le condizioni, ora qualcun altro sta svolgendo quei lavori. Se dovessi riassumere questa situazione in una parola, sarebbe sacrificabile. Mickey affronta condizioni difficili e disprezzo, ma alla fine rimane intatto. Questo è il messaggio che volevo trasmettere».
Trailer: https://youtu.be/ZjMNjRVDjDI
mar 20 mag (18.00)
mer 21 mag (15.30 - 21.00)
Il Cinema Ritrovato. Al cinema - in collaborazione con la Cineteca di Bologna
FANTOZZI
di Luciano Salce
con Paolo Villaggio, Anna Mazzamauro, Gigi Reder
Italia 1975, 100'
Versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, color correction supervisionata da Daniele Ciprì.
Il ragionier Ugo Fantozzi, dimenticato da molti giorni nei gabinetti murati della società ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica viene ritrovato grazie a una 'rispettosa' telefonata della moglie Pina che ha osato finalmente chiedere sue notizie. Da quel momento veniamo a conoscenza della sua vita familiare, del suo segreto amore e soprattutto delle vessazioni a cui è sottoposto (e a cui talvolta si auto sottopone preventivamente) sul posto di lavoro.
Il 27 marzo 1975 usciva "Fantozzi". Per festeggiare il primo, leggendario capitolo della saga cinematografica del Ragioniere, la Cineteca di Bologna lo riporta nelle sale in edizione restaurata. Tratto dai due romanzi che Paolo Villaggio pubblicò per Rizzoli nel 1971 ("Fantozzi") e nel 1974 ("Il secondo tragico libro di Fantozzi"), il film fu affidato alla regia di Luciano Salce. Come quella di un eroe misterioso, l’epifania cinematografica del rag. Ugo Fantozzi avviene di spalle: controcampo, una mazzata in testa e il personaggio ha già il suo destino cucito addosso. Il volto è naturalmente quello del suo autore, che da tempo ne limava i tratti in televisione, per poi tirar fuori dalle pagine di due best seller quella che oggi possiamo considerare la maschera comica più popolare d’Italia. Se i natali genovesi di Paolo Villaggio hanno sicuramente avuto un’importanza determinante nella sua vicenda biografica, questi tuttavia non trovano riverbero nel Ragioniere. Insomma, Fantozzi è un vero e proprio eroe nazionale. Quella straordinaria scintilla d’intelligenza da cui è nato non si è lasciata imbrigliare dalle circostanze, pur dettagliatissime, dell’Italia degli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta che viene ritratta. È l’invariabile sordida natura dell’essere umano in società a essere incarnata in saecula saeculorum da Fantozzi, dalla schiera di colleghi e capiufficio, archetipi ciascuno di qualche oscena disposizione (im)morale. Ed è qui che interviene la penna del genio: tutto questo viene ribaltato in chiave grottesca e ne esce un’infilata di sequenze la cui forza comica sembra non esaurirsi mai.
«"Fantozzi" non era commedia, era un film un pochettino atipico, con una cattiveria, una ferocia nei riguardi dei disgraziati, che si è realizzata in pieno».
(Paolo Villaggio)
Trailer: https://youtu.be/ST4PvYOXSvo
gio 22 mag (21.00)
PORTUALI
di Perla Sardella
Italia 2024, 81'
Ospiti in sala la regista Perla Sardella e alcuni rappresentanti del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova
Uno spaccato sulla lotta politica del C.A.L.P., Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova, tra il 2019 e il 2023. Gli scioperi contro la “nave delle armi” e la ricerca di un sindacato più attento alle istanze del presente. La sicurezza sul posto di lavoro, l’antimilitarismo, il dialogo con gli altri portuali del Mediterraneo. Il sogno di dare forma a un mondo diverso, e il prezzo che comporta.
Un gruppo di lavoratori del porto di Genova raccolti sotto la sigla autonoma C.A.L.P. (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) si riunisce in assemblea per discutere sulle difficoltà nel rapportarsi con il sindacato, per denunciare il passaggio delle navi che trasportano armamenti ed esplosivi destinati ai teatri di guerra, per ragionare sulla necessità di fare rete e includere un approccio intersezionale nel loro agire politico. "Portuali" è un film che racconta il lavoro e il mondo sindacale dall’interno, così come le diverse declinazioni della militanza, ponendo le basi per una nuova narrazione della lotta di classe. La regista Perla Sardella costruisce il film intorno alla dimensione collettiva, utilizzando il linguaggio cinematografico al servizio dell’ascolto: i primi piani delle sequenze girate nelle assemblee, che rievocano certi momenti del cinema di Ken Loach, e l’utilizzo dell’archivio rimettono al centro il lavoro e il conflitto come primo motore di cambiamento nella Storia.
Trailer: https://youtu.be/eGkWFltdmDg
teatro dei cattivi maestri
Sabato 17 maggio, ore 20.30
NATURA MORTA CON GIOCO
Uno spettacolo di teatro-danza di e con Cristiano Fabbri.
Prodotto dalla Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
https://vimeo.com/123812896
“Natura Morta con gioco” è un solo, guarda al mistero del tempo, del suo trascorrere, dove si cela come in un’illusione il ciclo inesorabile della natura, dei ricordi, del fluire della vita sulla pietra muta che la sostiene.
Da una suggestione legata alla lettura di “Quattro Quartetti” di Eliot, la scelta di porre in scena una scala in legno e diverse pietre, elementi quotidiani e simbolici della nostra storia, dell’architettura dell’esistenza umana. Il legno, la pietra, un uomo. Una visione pittorica in cui si riflettono permanenza e assenza. Un quadro che contiene la contrapposizione tra levità e gravità, come tra bambino e adulto, tra abitato e disabitato, tra vivo e detrito; un quadro animato da un gioco di opposizioni per tentare di realizzare un racconto per immagini attraverso il movimento e l’organizzazione della materia inerte – compresenza pittorica e scenica.
In questo percorso tra principio e fine, vive il mistero, quel tratto invisibile, rituale, che lega ogni nostro procedere attraverso la quotidianità. Una sorta di via crucis, dove ognuno porta la propria “scala” per provare ad arrivare più in alto o scendere, inevitabilmente immerso in un mondo che ancora oggi non conforta, ma chiama alla preghiera e all’attenzione; perché questa realtà che ha in seno ogni orrore e meraviglia, incita la nostra anima alla ricerca di un senso, di una possibile rinascita e riconciliazione; ed è qui, ora, nei nostri panni, in questo corpo che lascia la scena ad un mucchio di sassi ed una scala nel vuoto.
Così tra una verticalità e un orizzonte l’uomo gioca la sua parte e cerca, risposte o nuove domande, pretesti, per differire il ritorno all’oscurità, per illudersi ancora che la luce che vede, alla fine, non lo accecherà.
Durata 40 minuti
Consigliato ad un pubblico a partire dai 12 anni
BIGLIETTI
Intero € 15 / Ridotto soci Arci € 12 / Ridotto soci sostenitori Officine Solimano € 11 / Ridotto under 25 e allievi dei Cattivi Maestri € 8 / Rassegna “Uno sguardo sui giovani” intero € 10, soci Arci € 10 / Biglietto ridotto per gli iscritti al FAI € 12.
PRENOTAZIONI: 392 1665196 – 349 2984973 – cattivimaestri@officinesolimano.it
RAINDOGS HOUSE musica
Sabato 17 maggio ore 22.00
CHARLIE SEXTON & CALDER ALLEN
Eventi prima pagina, Officine Solimano, Raindogs House
Charlie Sexton & Calder Allen
Apertura porte ore 21:00 – Inizio ore 22:00
ingresso 20e con tessera arci, under 25 ingresso 18e
Domanda iscrizione – Biglietti On Line
https://youtu.be/uCRtHVEroQ0?si=r1rMrJoErjMrDFvY
https://youtu.be/N2i5lQFcsVY?si=phlRV5bQNRf5izei
https://youtu.be/Htqab8du2DY?si=7xIQ0Cz4z0PZ7rDq
https://youtu.be/XnWkL-07URk?si=_E-kbdaNt6Iri6_w
https://youtu.be/Hft8ctouji4?si=1To6m6MguvYMJ7Ih
https://youtu.be/PARtx41Sjgk?si=e6cXibqWiE1nNPJi
Charlie Sexton è uno tra i più prestigiosi e riconosciuti chitarristi rock e blues al mondo, texano, ha iniziato da giovanissimo una carriera solista, suonato al fianco di David Bowie, per moltissimi anni al fianco di Bob Dylan, ora di Elvis Costello e formato negli anni 90 il supergruppo The Arc Angels insieme a Doyle Bramahall II e ai Double Trouble di Steve Ray Vaughan, quest’ultimo mentore di Charlie insieme a Dylan e al songwriter texano Terry Allen; nonno di Calder Allen che ha 21 anni e su cui si dicono cose eccezionali! A scommettere su di lui è proprio lo stesso Charlie Sexton, che lo sta producendo e che ha rinunciato ad essere in tour con Elvis Costello per accompagnarlo personalmente in Italia.
– Charlie Sexton, chitarrista di Bob Dylan dal 2009 al 2020. Figlio di una madre adolescente, Charlie arriva ad Austin (Texas) all’età di quattro anni. Crescendo accanto a lei, frequenta alcuni dei club più iconici della storia musicale di Austin, come l’Armadillo World Headquarters e il Soap Creek Saloon. Dopo aver vissuto con sua madre ai confini della città, all’età di 12 anni Sexton si trasferisce da solo nel centro di Austin. I suoi eroi musicali (Joe Ely, Jimmie Vaughan, Stevie Ray Vaughan e Terry Allen) lo accolgono e lo supportano fino a quando non ‘cammina con le proprie gambe’, lo prendono sotto la loro ala e trasformano luoghi come lo Split Rail e il club blues Antone’s in vere e proprie aule di scuola per lui. Da quel momento, Charlie si fa un nome nell’industria musicale. Debutta con “Pictures For Pleasure” nel 1985, a soli 16 anni, e si fa rapidamente conoscere come un vero e proprio ‘ragazzo-prodigio della chitarra’, creando addirittura una varietà di atti e ritmi durante i primi anni di insegnamento, prima del suo album di debutto, e trascorrendo la tarda adolescenza come richiestissimo ‘session man’ in svariate sessioni di registrazione. Sexton continua a sviluppare le sue doti da chitarrista e diventa un popolare rocker, registrando con artisti come Ron Wood, Keith Richards, Don Henley e Bob Dylan. A questo exploit segue la pubblicazione di un album omonimo. A 20 anni è già il secondo album della sua discografia. Apre i concerti di David Bowie (con cui si esibisce) e Bob Dylan, ed è solo l’inizio… È membro degli Arc Angels di Austin, insieme a Doyle Bramhall II, Tommy Shannon e Chris ‘Whipper’ Layton, con cui pubblica un album omonimo con la Geffen Records. Quando gli Arc Angels si sciolgono, Sexton ha solo 24 anni ed è già etichettato come autorevole musicista blues. Tuttavia, Charlie rifiuta i ristretti confini di una sola categoria musicale e forma una nuova band, il Charlie Sexton Sextet, con cui registra il suo album di debutto per la MCA Records, “Under The Wishing Tree”. L’album viene accolto con entusiasmo dalla critica e mostra al mondo la straordinaria versatilità musicale di Charlie, spaziando dal rock dalle sfumature celtiche al folk-rock, passando per un blues grintoso e fluido fino al rock ‘n’ roll più energico. Nel 1999, Sexton venne chiamato da Bob Dylan per rimpiazzare Bucky Baxter (aveva precedentemente suonato con Dylan durante un concerto ad Austin nel 1996 ed in qualche demo registrata nell’autunno del 1983). Molti critici lo acclamano e si entusiasmano per il suo straordinario duettare con Larry Campbell, anch’egli chitarrista nella band di Dylan. Considerato come uno dei migliori ensemble, il gruppo registra un gran numero di album, tra cui “Things Have Changed” (tratto dal film del 2000 “Wonder Boys” di Curtis Hanson) e l’album del 2001 “Love and Theft”.
Nel frattempo, Sexton continua a lavorare con altri artisti, producendo “Been a Long Time” dei Double Trouble ed “Essence” di Lucinda Williams, entrambi realizzati nel 2001. Dopo aver lasciato la band di Dylan, Sexton produce molti altri lavori, tra cui “Volcano” di Edie Brickell, “Great Battle” di Jon Dee Graham e “Geronimo” di Shannon McNally. Nel tardo 2005, Sexton pubblica “Cruel and Gentle Things”. Nel 2009 Charlie ritorna nella band di Bob Dylan, rimpiazzando il chitarrista Danny Freeman. Compare insieme a Dylan nell’album del 2012 “Tempest”, nel 2015 nell’album “Shadows in the Night” e nel 2020 nell’album “Rough and Rowdy Ways”.
Nel 2018 appare nel cast di “Blaze” dedicato a Blaze Foley con protagonista Ben Dickey, diretto da Ethan Hawke impersonando Townes Van Zandt e come consulente musicale.
Da autore, Sexton scrive di ciò che conosce, i suoi testi mescolano esperienze autobiografiche con immagini e temi legati al Texas. Per questo, Sexton riconosce Bob Dylan come la più grande influenza nella sua scrittura, mentre il suo stile chitarristico deve molto alle leggende di Austin, Jimmie Vaughan e il compianto Stevie Ray Vaughan. Fedele alla sua strada, Sexton continua a suonare con i più grandi. Di recente ha girato in tour, suonato e registrato con artisti come Elvis Costello, Lucinda Williams e Bob Dylan. Il meglio deve ancora venire er un artista come Charlie Sexton: il tempo dimostra solo che rimarrà uno dei grandi nomi non solo del rock and roll, ma anche della ricca storia musicale di Austin.
– Calder Allen ha sempre scritto poesie e racconti, disegnato e illustrato, ma la sua vera passione è la musica. Nel tempo ha affinato il suo talento e si è costruito una solida reputazione come cantautore e performer coinvolgente. Nonostante la verdissima età (21 anni!) è già stato in tour con alcuni dei più grandi nomi della musica country e americana, tra cui Cody Jinks, Wade Bowen, Miranda Lambert, Turnpike Troubadours, The Red Clay Strays, Shane Smith & The Saints, Charles Wesley Godwin e molti altri e si è esibito in importanti festival come Austin City Limits, Bonnaroo, Two Step Inn, Oceans Calling e molti altri. I suoi spettacoli dal vivo, dinamici e ricchi di energia ed emozione, gli hanno garantito un seguito fedele, consolidando il suo posto di rilievo in una scena musicale prestigiosa e in continua evoluzione. Calder è un texano di quinta generazione, un vero e proprio Austinite: la famiglia materna si è stabilita nella capitale nel 1890, mentre quella paterna proviene da Lubbock. La sua eredità musicale e creativa affonda le proprie radici nelle generazioni che l’hanno preceduto, sia da parte di madre che di padre. Una nonna era una delle sorelle Burke che cantavano lo jodel. I nonni paterni sono Terry Allen (leggendario artista e cantautore country texano) e Jo Harvey Allen (moglie di Terry, nonché scrittrice, attrice e artista). Il padre di Calder, Bale Allen, suo zio Bukka Allen e suo fratello maggiore Sled Allen sono tutti musicisti, artisti e suoi mentori. “C’era sempre uno strumento in giro quando ero bambino, qualcosa con cui suonare. Anche se non sapevo necessariamente come suonarlo correttamente, cimentarmi con esso era sempre una straordinaria sorpresa. Durante le vacanze raggiungevamo mio padre a Santa Fe [dove Terry e Jo Harvey alla fine si stabilirono dopo aver lasciato il Texas ]. Non solo lì si riuniva tutta la famiglia ma c’erano anche gli amici di mio padre, che sono tutti musicisti e artisti. Quindi era sempre un momento creativo. Ad ogni festa eravamo tutti sparsi per il soggiorno, ognuno suonava qualcosa.” La pesca alla mosca come stile di vita: quando non scrive o non si esibisce, Calder può essere trovato in qualche fiume, dentro ai suoi stivali da pesca, intento a lanciare lenze, arte insegnatagli da suo fratello maggiore.
Giovedì 22 maggio ore 22.00
PAUL ROLAND & Band in Concerto
(REC) Registrazione dell’album “Live @ Raindogs”
Apertura porte ore 21:00 – Inizio ore 22:00
ingresso 18e con tessera arci
Domanda iscrizione – Biglietti On Line
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Paul_Roland
https://youtu.be/OY10SCgzOZU?si=OtZFKMaBxvi-knjV
https://youtu.be/JdAWVJ8A2FU?si=7HudcTCYJDOrWi1a
https://youtu.be/8EOHT58VH1c?si=ruXsZlpOR7SyhwxG
https://youtu.be/88uj83uGsDM?si=LWeLZzvtYXcvUI3r
https://youtu.be/MQPeDCXBTrY?si=LmsN_qJSuWD5mDd2
Cantautore, poeta, scrittore, saggista, consulente per la BBC sui fenomeni paranormali. Considerato dalla critica internazionale come uno dei più importanti cantautori in lingua inglese viventi, vanta un vero e proprio stato di culto!
Onorati di ospitarlo con la sua band per un preziosissimo fuori programma in occasione della registrazione dell’album ” Live @ Raindogs “.
Definito dalla stampa come il padrino del movimento STEAMPUNK, le sue canzoni si rifanno al filone della letteratura gotica che fiorì nel diciottesimo secolo e che dominò tutto il secolo successivo.
Debuttando nei primi anni ’80 sulla caleidoscopica onda del revival psichedelico, Roland vanta oggi decine di album, tra i quali il recentissimo “White Zombie”, definito dalla stampa come “un imperdibile capolavoro”.
Roland è stato uno dei grandi cantautori della scena neo-psichedelica inglese degli anni ’80 (con Robyn Hitchcock, Julian Cope e Nick Saloman alias Bevis Frond). Non solo musicista, ma anche scrittore di romanzi e biografie, esperto di occulto ed esoterismo e appassionato dell’età vittoriana e di letteratura fantastica, Roland ha sempre inserito nelle sue canzoni personaggi e situazioni che si rifanno alle sue passioni. La sua è una psichedelia gotica, profondamente influenzata dal folk, ma anche dal rock’n’roll, dal glam e dalla musica classica contemporanea.
Con la maturità il suo suono ha assunto anche degli aspetti hard/prog, rendendo così la sua musica ancor più originale e dalle atmosfere sempre più ricercate e misteriose, diventando artista di culto per un pubblico quanto mai trasversale. Alla guida del suo “rockin’ teenage combo” (così lo ha definito lo stesso artista), una band completamente italiana composta da Annie Barbazza al basso e ai cori, Christian Castelletti alle chitarre e cori e Alex Canella alla batteria, Roland ha fatto un ampio excursus della sua più che quarantennale carriera, suonando tanti brani dalla sua vasta ed intricata discografia.
Cose Belle15 maggio 2025 19:21
Cinema, teatro, musica
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