News19 ottobre 2025 09:37

La scuola dei diritti negati

Oltre quaranta piazze in tutta Italia si mobilitano: “La scuola voluta da Valditara è anacronistica e classista”

La scuola dei diritti negati

Anche Savona ha partecipato alla giornata di mobilitazione organizzata dal Tavolo nazionale per la scuola democratica, la vasta rete di associazioni, sindacati, scuole, università che in un documento chiarissimo - scaricabile qui - hanno spiegato perché la scuola voluta dal governo Meloni e dal suo ministro dell’Istruzione e del Merito (bei tempi quelli del ministero della Pubblica Istruzione) è anacronistica e classista, desiderosa di escludere più che di unire.


D’altra parte, cosa aspettarsi da chi ha teorizzato l’umiliazione come strumento pedagogico? 


Da chi vuol escludere dall’insegnamento l’educazione civica e l’educazione all’affettività in un Paese dove ogni due o tre giorni una donna viene uccisa e dove la violenza - di genere e no - trabocca nei contesti più diversi?


Alla tavola rotonda nella Sala Rossa del Comune di Savona hanno partecipato insegnanti, studenti, sindacati e istituzioni con interventi non scontati e puntuali che hanno portato a definire diverse parole chiave.


La prima, diritti: quello di ogni bambino e ragazzo di vivere in una scuola che riconosca l’uguaglianza di tutti gli allievi, quello di ogni docente alla libertà di insegnamento, quello degli educatori e degli insegnanti di sostegno a non esser considerati lavoratori di serie b.


La seconda, non a caso sfoderata dagli studenti presenti in sala, è stata spazi: spazi fisici ed educativi da riconquistare, perché - come  ha osservato il rappresentante del collettivo studentesco savonese - “la scuola non è più per noi, e dobbiamo riprendercela”.


E poi ancora cura, partecipazione, responsabilità.

Parole da ricordare, come quelle dell’articolo 34 della Costituzione della Repubblica italiana: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

G.S.