News26 gennaio 2019 08:53

Migranti, Sprar in Valbormida: la riunione dei Sindaci

Mentre abbiamo ancora davanti agli occhi le incredibili scene dello sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto, nei pressi di Roma, è impossibile non domandarsi che fine faranno i progetti Sprar sparsi per l'Italia con l'entrata in vigore del “decreto sicurezza”

Migranti, Sprar in Valbormida: la riunione dei Sindaci

Lo abbiamo chiesto a Ezio Salvetto, sindaco di Murialdo: una realtà dove l'immigrazione è stata gestita con intelligenza e ha portato sul territorio ricadute positive, e dove ora si rischia di perdere tutti gli investimenti avviati finora.

L'altroieri c'è stata una riunione tra i sindaci che hanno scelto di aderire al progetto Sprar in Valbormida (Murialdo, Millesimo, Roccavignale e Cosseria, dopo la rinuncia di Cengio) per valutare come proseguire.

La situazione infatti non è semplice: alcuni tra gli immigrati del progetto dopo la formazione hanno trovato un lavoro e hanno deciso di affittare una casa e andare a vivere per conto proprio, quindi ci sarebbero 4 posti liberi. Posti che però resteranno vacanti, perché col nuovo decreto i richiedenti asilo non potranno più accedere al programma Sprar.

I sindaci valbormidesi, concordi sulla bontà del progetto, certamente avrebbero deciso di proseguirlo in caso di rielezione alle amministrative 2019, anche perché dove ci sono gli Sprar non possono, per la clausola di salvaguardia, essere aperti i centri di “Accoglienza straordinaria” (Cas), che per i migranti prevedono minori possibilità di studiare e quindi di lavorare, e maggiori di finire per strada.

E proprio finire per strada rischia di essere, per molti immigrati, la logica conseguenza della chiusura degli Sprar: l'Ispi come prima conseguenza del decreto “sicurezza” stima 130mila irregolari in più.

Adesso in Valbormida l'esperienza positiva di integrazione e accoglienza (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/26/sprar-murialdo-e-la-prova-che-quando-lintegrazione-e-intelligente-funziona/4648139/2/#foto) rischia di subire uno stop definitivo: l'incognita non è più solo l'eventuale rielezione a Sindaco, ma l'impossibilità nella pratica di portare avanti il progetto Sprar con le nuove norme del decreto Salvini.

E gli investimenti triennali che le cooperative hanno avviato sul territorio? Rischiano, anch'essi, di andare perduti.

Un vero peccato, per una realtà tanto equilibrata da attirare anche i giornalisti di Rai 3 (http://www.lanuovasavona.it/2018/10/05/leggi-notizia/argomenti/news-1/articolo/polemica-sprar-parla-il-sindaco-di-murialdo.html).

I progetti già in cantiere - come il corso di castanicoltura o quello per la manutenzione dei sentieri - proseguiranno, ma certamente la progettualità per il futuro si trova ad essere gravemente azzoppata almeno fino a quando la Consulta non dichiarerà incostituzionale il provvedimento, e si dovrà magari ripartire da capo dopo aver perso tempo prezioso e mostrato al mondo un volto “disumano” dell'Italia che speravamo di non vedere mai.

 


G.S.

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