News10 dicembre 2019 15:23

Centenario del PCI: becere polemiche

Il parlamento ha stanziato 400.000 euro per celebrazioni nel 2021 il centenario della fondazione del Partito Comunista d'Italia. La destra sbraita per lo spreco di denaro pubblico. Salvini e Meloni gridano vergogna e i giornali della destra fanno da amplificatori. Una polemica becera da parte di quelli che vivono ancora oggi come lutto la Liberazione dal nazifascismo

Centenario del PCI: becere polemiche

La polemica contro il presunto spreco di denaro pubblico è del tutto strumentale. Semmai si dovrebbe considerare irrisoria la cifra stanziata rispetto all'importanza dell'anniversario. Faccio presente che la sola Regione Abruzzo (governata dalla destra) ha stanziato e speso nell'anno in corso 200.000 euro per celebrare l'anniversario della cosiddetta "impresa di Fiume" di Gabriele D'Annunzio.

Il problema per loro non è dunque la spesa di denaro pubblico ma il ruolo che i comunisti hanno svolto nella storia italiana come principale componente del movimento operaio e contadino, e soprattutto principale forza dell'antifascismo e della Resistenza. Erano comunisti la stragrande maggioranza dei condannati dal Tribunale Speciale.

L'intellettuale italiano del Novecento più studiato e citato nel mondo è Antonio Gramsci che morì dopo una lunga detenzione nelle galere fasciste. La Costituzione della Repubblica Italiana reca in calce la firma del comunista Umberto Terracini, fondatore con Bordiga e Gramsci del Pcd'I nel 1921, che trascorse 14 anni in prigione. E comunista era il bracciante pugliese Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil. L'anniversario della fondazione del PCdI è quello del partito che ha pagato il più alto contributo di sangue alla costruzione della democrazia italiana e che è stato il più importante protagonista delle lotte sociali e democratiche della storia repubblicana.

È un anniversario che dovrebbero considerare proprio tutti i democratici italiani. Gli stessi (post)fascisti dovrebbero ricordare che fu il capo del PCI Palmiro Togliatti, ministro della giustizia nel breve periodo di unità delle forze antifasciste dopo la Liberazione, a consentire con l'amnistia ai loro nonni di reintegrarsi nella vita del nostro paese.

A me francamente 400.000 paiono davvero troppo pochi.

Una cosa è certa: ai fascioleghisti non piacciono le bandiere rosse. E questo ci riempie di orgoglio.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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