Quale, è presto detto: che il taglio della burocrazia non diventi un regalo alla 'ndrangheta, che a ogni disastro con necessaria “ricostruzione” allarga le fauci in Liguria anche più che altrove.
Toti sosteneva ieri che enti locali e sindaci non possono “stare a guardare cosa si può fare e cosa non si può fare”, che la burocrazia è nemica del ritorno alla normalità.
Rixi oggi da Savona auspica di “far passare tutto con l'emergenza e procedimenti più rapidi”, perché non può pensare “in una situazione emergenziale a gare d'appalto che durano 18 mesi con le aziende che poi subappaltano”.
Incita le altre forze politiche a non mettersi di traverso e collaborare per una ricostruzione veloce, maledice la direttiva Bolkestein che “impedisce ai privati di investire”.
Tutto comprensibile, da parte di chi con i voti dei balneari è stato eletto ed è ora chiamato a dare risposte a un territorio devastato, con le elezioni europee alle porte.
Al di là delle diverse visioni che possono esistere sulla ricostruzione (il viceministro che auspica “muri di cemento armato” sui palazzi fronte mare, e Italia Nostra che auspica invece che sul mare si costruisca solo quel che ragionevolmente si può costruire), una cosa è certa: le mafie sono il male di tutti.
Quindi, giusto mettere il territorio nelle condizioni di riprendersi, ma ricordando sempre che il Codice Appalti e l'Antimafia non sono carta straccia.
Carta straccia sono casomai i progetti che non tengono conto del cambiamento climatico, e quelli che saltano a pié pari la legalità in nome di una fretta che potrebbe rivelarsi presto cattiva consigliera.
LNS
