Mentre il governo è impegnato nelle more delle proprie promesse elettoralistiche, scrive Astengo, il rinvio del tavolo su Bombardier costituisce un segnale preciso della colpevole trascuratezza nella quale viene tenuto il tema fondamentale del lavoro.
Un tema spinoso, che nella provincia di Savona vede oggi come altro grande protagonista il caso Piaggio: i finanziamenti derivanti dalla dichiarazione di area di Crisi industriale complessa prevedono, ad oggi, un centinaio di nuovi posti di lavoro, ma se le crisi di Piaggio e Bombardier si acuissero il rischio è di perderne migliaia, in un territorio già fortemente provato dalla crisi economica.
Aggiungiamo che mentre Genova potrà contare sugli aiuti derivanti dalla tragedia del ponte Morandi, il ponente e il Savonese in particolare sono sempre più isolati da carenze infrastrutturali che risulteranno ancor più evidenti con la messa a regime della piattaforma multipurpose di Vado Ligure.
Spesso, su queste pagine, abbiamo ricordato quel malefico scambio tra deindustrializzazione e speculazione edilizia che ha contribuito a portare il Savonese a un passo dal deserto industriale, insieme al rapporto lavoro/ambiente emblematizzato da due vertenze storiche: quella ACNA, durata decenni e diventata caso europeo, e quella Tirreno Power, di cui ancora si attendono gli esiti processuali.
Oggi vogliamo ricordare lo sciopero della fame attuato nel 1984 dagli operai della Fornicoke per difendere il loro posto di lavoro: a quell’epoca, su sollecitazione proprio di Astengo, si aprì un grande dibattito e ci fu uno scatto d’orgoglio del territorio, chiamando a raccolta sindacato e partiti.
La questione lavoro è egualmente vitale, oggi come allora.
Per questo è necessario riacquistare una forte capacità di reazione, organizzazione e mobilitazione, che sottoponga il caso della nostra provincia all'attenzione più vasta e che trasformi davvero Savona in caso nazionale.
G.S.
