L’indagine della Direzione Investigativa Antimafia di Genova ha portato, nel 2015, al sequestro delle imprese e il Tribunale di Savona, con il GUP, nell’ottobre 2017 ha riconosciuto colpevoli in primo grado i tre fratelli Pietro, Donato e Francesco Fotia e il loro nipote Giuseppe Criaco del reato di intestazione fittizia con condanne e decretata confisca dei beni già sottoposti a sequestro nel marzo 2015.
Pietro Fotia era stato condannato a 1 anno e 10 mesi mentre Francesco e Donato Fotia e Giuseppe Criaco furono condannati ad 1 anno e 8 mesi.
La Corte d’Appello di Genova aveva poi ribaltato il giudizio, mandando assolti tutti gli imputati nel gennaio 2019 e restituendo loro anche i beni sequestrati, ammontanti a circa 10 milioni di euro.
Quel pronunciamento di gennaio è stato ora annullato dalla Suprema Corte di Cassazione, Seconda Sezione, con la Sentenza 2477/2019 del 9 ottobre 2019, che cancellando le assoluzioni d’appello ha disposto un nuovo processo d’Appello.
Le motivazioni saranno rese note a 90 giorni dalla sentenza.