Una piccola crepa, una sciocchezza in verità - tanto più che il video onestamente non è neppure un granché - che però è il simbolo visivo, se ancora ce ne fosse bisogno, della scarsissima rilevanza che ormai il Savonese riveste dal punto di vista politico: una fine desolante, per la provincia dove nacque Sandro Pertini e per la città dove Ferruccio Parri veniva in visita da Cristoforo Astengo.
Un territorio tagliato fuori dal resto del mondo dai ponti crollati e da una ferrovia rimasta all’ottocento, dove solo gli Industriali si ostinano a lanciare un grido d’allarme; una provincia il cui capoluogo non è neppur riuscito ad ospitare il consiglio comunale straordinario sull’emergenza infrastrutture che infatti si è tenuto ad Alassio.
Un futuro tutt’altro che roseo sembra attendere il Savonese, sempre più stretto tra il genovacentrismo di Toti e Bucci e lo strapotere di Scajola e degli altri ponentini di turno in regione.
Regione per cui, lo ricordiamo, si vota tra pochi mesi senza che Toti abbia ancora uno sfidante ufficiale, e nella prossima giunta rischiamo di veder la Caprioglio come rappresentante di Savona, se davvero Toti deciderà di mettere il nostro Sindaco nel listino bloccato.
I parlamentari savonesi sembrano ricordare, del loro territorio, solo l’indirizzo di casa.
La Provincia, svuotata di compiti e poteri dal genio di Delrio, non riesce a far fronte neppure alle emergenze.
Il Comune è quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: innesto della prima, poi frenata e retromarcia su tutto, dal piano traffico ai dehors dei locali, litigi e figuracce sparse (anche nazionali).
Chi può inizi seriamente a pensarci, in previsione di queste regionali e delle amministrative del 2021.