Mezza politica17 luglio 2020 11:46

Salvo intese

La foto mostra meglio di tante parole le proporzioni del terremoto politico che ha investito il sonnacchioso risveglio estivo della Liguria

Salvo intese

Sì, perché a Savona la locandina di Repubblica si vede in strada solo quando il Secolo è in sciopero: in quei casi le edicole savonesi espongono in genere la prima pagina.

La fotocopia ingrandita e appiccicata alla bell’e meglio su un pannello è la rappresentazione plastica della deflagrazione dalla quale, salvo clamorose smentite, rischiano di uscire a coriandoli i due principali partiti che avrebbero dovuto sostenere la coalizione giallorossa.

Le prime reazioni sono come ci si aspettava: risate dai centristi e da buona parte del PD e disappunto, per non dir bestemmie, dalla sinistra che per adesso formalmente tace, ma che non l’ha presa bene.

Sembrano esser uscite fuori in una mattina tutte le magagne di un percorso troppo lungo e accidentato, troppo contrastato, troppo gravido di fuoco amico e magari in fondo manco tanto amico.

Gli scenari possibili a questo punto, se non arrivano smentite al retroscena, sarebbero chiari: si spacca tutto e ognuno va per sé oppure si ricompone l’alleanza con qualcun altro a guidarla. 

In questo caso però non andranno perduti solo i voti della sinistra, che presumibilmente correrà sola, ma anche di quei tanti che del balletto regionali proprio non ne possono più e che la domenica la passeranno al mare o all’Ikea a comprar mensole.

A rimetterci, l’abbiamo già scritto stamattina, saremo tutti noi, che dovremo subire altri 5 anni di Toti. 

Forse bisogna prendere atto che le alleanze non sono proprio nel DNA di nessuno. 

Un’ottima ragione per tornare quanto prima al proporzionale, ché inciuci come quelli visti da quando in Italia c’è questa monca forma di maggioritario farebbero impallidire la prima repubblica.

Lo titoliamo così, col mantra del governo.

Qualcuno capirà.

LNS

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