È anche specificato che un risultato negativo del test non esenta da quest’obbligo.
Per quanto riguarda l’Italia, l’unica regione coinvolta ad oggi è la nostra.
La questione svizzera, che occupa le prime dei giornali liguri, non ci sconvolge più di tanto: chissà per quanto tempo ancora verremo ossessionati da zone rosse e quarantene, oggi nella lista ci siamo noi e magari la settimana prossima ci sarà qualche altra regione.
Certamente però l’inserimento della sola Liguria tra le zone “a rischio” ha creato scalpore, anche per gli attesi contraccolpi sul nostro turismo autunnale.
Il presidente eletto della Liguria ha quindi inviato al Paese confinante una lettera (QUI) e un approfondimento di Alisa (QUI) chiedendo di rivedere la decisione o almeno di considerare la diversa valenza del contagio nelle quattro province della Liguria.
Ad oggi sul sito elvetico non è cambiato nulla, forse si saprà qualcosa nelle prossime ore.
Gianni Pastorino, che dall’opposizione si è sempre occupato della sanità e della gestione dell’epidemia, osserva “La retorica del “tutto va bene” che ha determinato un incasso elettorale di grande rilievo si scontra ogni giorno con la realtà dei fatti.
Prima quanto sta avvenendo a La Spezia in cui ad oggi non si sa neanche quando inizierà l’attività scolastica, poi le restrizioni nel centro storico di Genova, oggi la Svizzera che inserisce solo la Liguria nelle regioni a maggior rischio”.
Toti dal canto suo ha fatto sapere con una nota che valuta un allentamento delle misure prese nei giorni scorsi alla Spezia.
L’unica speranza è che, finalmente tranquillo dopo la vittoria elettorale, il presidente si occupi con grande serietà della gestione del covid che sembra destinato a tenerci compagnia ancora a lungo. La Liguria non può permettersi nuove restrizioni.
LNS
