Nel frattempo nei talk show, fortunatamente ridotti per le “feste”, ci si scanna sull’eventuale obbligatorietà vaccinale in un dibattito surreale, come ben scrive l’USB Pubblico Impiego ligure: “Stiamo assistendo a una discussione assolutamente priva di senso sull’ipotesi di obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici.
Priva di senso semplicemente perché affronta quello che, a oggi, è un problema inesistente. Non essendo infatti ancora partita la campagna vaccinale, non esistono dati sui quali ragionare a proposito della necessità di imporre o meno la vaccinazione.
In molti contesti si sono ottenuti ottimi risultati di adesione volontaria ai vaccini grazie a campagne di sensibilizzazione di cui da noi non c’è ancora traccia (primule escluse, ndr).
Così come non è dato sapere quale sarà il piano di vaccinazione italiano, mentre in altri Paesi è già noto un calendario vaccinale nel quale i cittadini possono riconoscersi.”
Ma si sa che quando qui siamo in qualche difficoltà preferiamo guardare il dito anziché la luna, e ai fatti viene riservato poco spazio.
E il fatto è: riuscirà il governo italiano a procurare il vaccino per chiunque lo chieda, prima di sragionare di obblighi, licenziamenti e sanzioni?
Arcuri ovviamente non ha dubbi: “Ci saranno vaccini per tutti” dice il commissarione.
Peccato che, scrivono in coro i giornali, “esiste l’ipotesi che siano esclusi dalla somministrazione del vaccino di AstraZeneca gli over 55”.
Insomma, dopo che ci hanno sfracellato lo sfracellabile ricordando tutti i giorni che son proprio loro quelli che se ne vanno ci dicono che il vaccino oxoniense, di cui l’Italia ha prenotato milioni di dosi, potrebbe venir autorizzato in tempi ragionevoli, ma solo per i giovani.
Bella Arcuri, continua così.
LNS
