Mezza politica22 gennaio 2021 09:22

Savona condannata all’irrilevanza?

Gli asfalti elettorali non riusciranno a far dimenticare tutte le buche reali e metaforiche che deturpano la nostra città, le impalcature su Villa Zanelli in attesa di aurea privatizzazione e improbabili musei del bikini non cancelleranno i cassonetti traboccanti e le strade sempre più luride nonostante le fantasiose ordinanze sui cani

Savona condannata all’irrilevanza?

Le ruspe promesse su ATA non le abbiamo viste, in compenso lunedì vedremo quelle che andranno a buttar giù le casette abusive della Fontanassa dove - a quanto dice il Sindaco - non risiede nessuno ma che gli abitanti del campo nomadi intendono difendere con un’occupazione a oltranza.

Una vicenda triste quanto indecorosa, quella del campo nomadi, che ha esacerbato i dissidi interni da sempre alla maggioranza portando un esponente leghista a chiedere in Consiglio le dimissioni della Caprioglio evidentemente giudicata troppo morbida con i pericolosissimi “abusivi”.

Un emblema d’inadeguatezza che fa il paio con le polemiche degli ultimi giorni sulla spiaggia fornacina dedicata alle persone con disabilità: ore e ore di polemiche per poi sentirci dire ma no, cos’avevate capito, nessuno intende spostare lo Scaletto, e giù tutti a spalancare occhioni innocenti.

Naturalmente non sapremo mai cosa sarebbe accaduto se l’opinione pubblica e le opposizioni non fossero insorte: per sicurezza conviene continuare a vigilare.

Il centrosinistra a Savona ha insomma questa fortuna: che la maggioranza di destra litigiosa e pasticciona che governa la città da cinque anni non è molto amata dalla cittadinanza. 

Ora la domanda è se saprà sfruttare questo vantaggio. 

I comunicati stampa si accavallano e gli appelli all’unità della sinistra non si contano, però le riunioni saltano e ciascuno pare andare un po’ per conto proprio in una grigia replica delle dinamiche che han portato il centrosinistra a perdere la Regione consegnandola nuovamente a Toti, che protegge i piccoli commercianti aprendo Esselunghe ma che certo di notte non sta sveglio a pensare a Savona.

La nostra città infatti non è mai comparsa sulle carte geografiche del presidente: dopo il crollo del ponte Morandi l’isolamento del Ponente non ha più avuto fine, per Savona non c’è nulla di serio nei previsti investimenti in Sanità né sul Recovery Plan - se anche un qualche governo riuscisse a prenderlo.

Savona insomma a Toti non interessa, come si vede dal fatto che a pochi mesi dalle elezioni il centrodestra non ha ancora un aspirante Sindaco: probabilmente si contenterà di una candidatura di basso profilo e si dimenticherà, un’altra volta, della nostra città.

Il rischio è che però, di nuovo, la destra vada unita e la sinistra divisa, con risultati che non stentiamo a immaginare. 

Perché se “uniti si vince” non lo sappiamo, ma che divisi si perde è certo. 

E il centrosinistra rischia di condannar se stesso e Savona ad altri lunghi, insopportabili anni di irrilevanza.

LNS

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