News11 febbraio 2021 18:15

Né goliardi né ignoranti: neonazisti

Dopo i saluti romani di Cogoleto, dopo la trappola nel Consiglio comunale di Genova dove si è cercato di equiparare nazifascismo e comunismo, dopo le lettere ai giornali in cui si mette in dubbio la Resistenza, il periodico dell'Anpi rimette le cose (e la Storia) al proprio posto

Né goliardi né ignoranti: neonazisti

Scrive Marcello Zinola: "Non possiamo noi accettare la logica del domani è un altro giorno e del ci sono emergenze più drammatiche da affrontare.

Perché questa emergenza, non nuova, neofascista lucra e si sviluppa sulle altre emergenze e su quella della mancata conoscenza storica, dei valori affievoliti, del disagio sociale armando (ecco il vero problema) la piazza virtuale dove lo squadrismo non è una forma di, pur grave, spontaneismo ma è organizzata, con siti criptati accessibili solo ai loro militanti, capillare, ricca di mezzi e attacca le iniziative on line dell'Anpi, di giornalisti e di ricercatori autori di contro inchieste a volte preziosa fonte per il lavoro dei magistrati".

"Nella pandemia sociale ed economica che il nuovo governo dovrà affrontare c'è anche questo virus".

"Mentre stavamo preparando questa edizione - dichiarano dallAnpi - sono riemersi dal web pietosi tentativi di infangare la Resistenza attraverso del malfatto revisionismo storico. Ecco come rispondiamo".

RESISTENZA E FUTURO: IMMAGINO UNA MATTINA UN RAGAZZO DI 14 ANNI...  di Giovanni Sanna

Immagino una mattina un ragazzo di 14 anni alzarsi in un paese sulla costa ligure.

E’ il 26 luglio del 1943. Mussolini è stato arrestato il giorno prima. La gente festeggia. Ma il padre  vedendolo gioire lo ammonisce. 

Figliolo – gli dice – non è finita. Arriverà il momento delle grandi decisioni. 

Quel ragazzo da lì a qualche settimana salirà sulle montagne, sulle colline, imbraccerà un fucile, farà la staffetta, porterà da mangiare ai Partigiani, 

diventerà lui stesso un Partigiano.

Quel ragazzo vivrà.  Quel ragazzo morirà. Poi un giorno il 25 aprile tutto sarà finito. La gente festeggia di nuovo. Bandiere al vento. 

Ma restano i morti, i morti per la Libertà. Si intitoleranno vie, piazze. Si eleveranno monumenti. 

Ma restano i morti. Restano con il loro messaggio eterno di monito all'Umanità. Preservate la Libertà. 

Già la Libertà.... Passano gli anni. Quel ragazzo diventa un padre, poi un nonno. Porta con sé il piccolo nipote a spasso. 

Si sofferma insieme a lui davanti a un monumento ai caduti. Il piccolo nipote, dagli occhi vispi, gli fa domande. 

Lui con il pensiero torna ai tempi che furono. Sente l'aria del mare sulle sue guance stanche. Sente l'aria della Libertà.

E al piccolo dice: Resistenza. 

Resisti figlio mio, resisti sempre alle tentazioni di chi vuole convincerti che la libertà è solo di alcuni, che la libertà si può barattare, che si può tutto accomodare. Resisti all'odore del denaro, del malvagio. Pensa figlio mio che la libertà significa tendere la mano. 

Significa essere solidali, regalare una gioia, un sorriso. 

Significa vivere in una società dove curarsi, studiare, viaggiare, creare idee, svilupparle, è un dono che appartiene a tutti, bianchi, gialli, rossi, neri, verdi.

Che appartiene a tutti per essere nati in questo misterioso universo in cui ci troviamo.

Ho in braccio mia figlia. Sono ad Auschwitz. Lei ha sei anni. E’ il 2010. Si chiama Eleonora.

Vedo una targa con un nome di una donna che esisteva e poi.... 

Si chiamava Eleonora.

Resto sbigottito.

Sono in una grande stanza, piena di oggetti, scarpe, occhiali, e altro. Metto le mani sui suoi occhi. Mi viene da vomitare. 

Come è stato possibile? Come? 

In quegli anni quel ragazzo della Costa Ligure e con lui tutti i ragazzi e gli adulti ha combattuto per me, per Eleonora e per i suoi figli.

QUI il numero de I Resistenti scaricabile.

 

 

LNS

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