News20 maggio 2025 17:53

Impronte di donne a Borgio Verezzi: Debora Caprioglio è Artemisia Gentileschi

Venerdì 23 maggio inizia la rassegna “In & Out - Impronte di donne” che, in attesa della 59a edizione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi, proporrà nello scenario unico delle Grotte del Valdemino cinque spettacoli dedicati all’identità femminile, per celebrare il potere creativo delle donne attraverso la rivisitazione in chiave contemporanea di figure storiche o letterarie a volte dimenticate oppure fraintese

Impronte di donne a Borgio Verezzi: Debora Caprioglio è Artemisia Gentileschi

Il programma si apre con Debora Caprioglio in "Non fui gentile, fui Gentileschi", un omaggio alla celebre pittrice scritto da Roberto D’Alessandro, che firma anche la regia, e da Federico Valdi, con scene e costumi di Roda.

La scena si apre nello studio di Artemisia, dove la vediamo intenta a fare quello che di più ha amato fare nella vita: dipingere. Ci parla e ci racconta di sé, della sua vita a partire dall’infanzia. La perdita della madre, la vita di una bambina nella Roma del seicento. Artemisia capisce da subito quanto è difficile vivere in un mondo di uomini. Eppure, è in questo mondo di uomini che il padre, Orazio Gentileschi, la avvia ad un mestiere in cui le donne non erano nemmeno contemplate, la pittura. Presto lei si distinguerà rispetto ai fratelli, animata da una passione che la tiene ore ed ore davanti alla tela per disegnare un viso fino a quando non ne coglie la somiglianza. Il padre la presenterà ai più grandi artisti del suo tempo, addirittura a Caravaggio, e la affida all’amico Agostino Tassi perché migliori nell’arte. Ma il Tassi un giorno abusa di lei. Questo trauma e il processo che ne è derivato, voluto da Agostino, segnano profondamente la vita artistica di Artemisia. Tutto quello che ne consegue e tutto quello che lei ha compiuto per affrancarsi e affermarsi la rendono una figura di riferimento nella storia della lotta delle donne per la conquista dei propri diritti.

La pittura di Artemisia è potentemente drammatica. Lo stile è quello caravaggesco, con forti chiaroscuri, e il raggio di luce rivelatore che nel caso della Gentileschi non rappresenta la grazia di Dio, ma la giustizia divina che si abbatte su Oloferne per mano di Giuditta o che condanna i vecchioni pronti ad importunare la povera Susanna. L’interpretazione di Debora Caprioglio ci accompagna con passione nel racconto, ci mostra le sue tele, ce ne spiega la ragione, le circostanze da cui sono nate. Ci racconta i suoi trionfi, le sue sconfitte e la lotta contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia.  Ma lei è la Pittura, come ci dice nell’allegoria che ne fa con un suo autoritratto: non può fare altro che dipingere. Ci racconterà tutto, scenderà nell’abisso della violenza subita e salirà nel paradiso dell’Arte.

Il prossimo appuntamento in programma sarà venerdì 30 maggio, con un omaggio alla scultrice Camille Claudel, “Moi” di Chiara Pasetti con Lisa Galantini, per la regia di Alberto Giusta.

Grotte di Borgio Verezzi

(Via Battorezza, 5 - ore 21.30)

Biglietti: intero € 20,00 – ridotto € 18,00

Per prenotazioni:

biglietteria@<wbr></wbr>comuneborgioverezzi.it

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