News08 giugno 2022 11:44

Raccolta e smaltimento rifiuti: condizioni giuridiche e ruolo degli enti locali

La funzione pubblica del servizio, il ruolo di Regione e Provincia, il compito dei Comuni ed il peso di Arera (di Pino Raimondo)

Raccolta e smaltimento rifiuti: condizioni giuridiche e ruolo degli enti locali

Nel quadro complessivo di un forte richiamo al ritorno di una seria comprensorialità che Franco Astengo così lucidamente delinea, occorre a mio avviso considerare anche almeno altre tre questioni: la funzione pubblica del servizio; il ruolo delle istituzioni (Regione e Provincia); il compito dei Comuni ed il peso di Arera.

Il servizio di raccolta e smaltimento è una delle 9 funzioni fondamentali che la legge attribuisce ai Comuni, ed è quindi funzione pubblica per definizione, tuttavia negli anni, l’ultimo è il DDL Concorrenza da poco approvato in Senato, tale funzione si è andata annacquando fino ad arrivare a una questione solo di tariffe e di affidamento del servizio a gestori esterni. Prima il vincolo del pareggio tra costi e tariffe, poi la esternalizzazione del servizio ecc. hanno fatto venir meno il carattere di bene comune della tutela ambientale che è proprio del servizio. Se ne è ‘industrializzato’, per dire, l’approccio, anche per ciò che concerne la finalità pubblica.

Ad aggravare, per noi liguri e savonesi in modo piuttosto pesante e serio, l’incapacità (?) di costruire sui territori intese e prospettive comuni nella definizione degli Ambiti territoriali Ottimali, che sarebbero i titolari del processo. Si è evidenziata da una parte una preoccupante mancanza di visione di prospettiva, dall’altra una colpevole inerzia della Regione Liguria (volta in ben più lucrosi interessi, in termini di benefici politici) che ha ipocritamente delegato alle Provincie. Dall’altra una incapacità, questa sì vera e propria incompetenza e superficialità, della Provincia di Savona, che è rimasta silente e inconcludente e ha generato un pericoloso vuoto di indirizzo. In questo quadro si sono inventati, perché il vuoto non esiste nelle relazioni sociali, un ETC (Ente Territoriale  Competente) che coincide il più delle volte con l’area tecnica dei comuni, che è un ‘mostrum’ giuridico-istituzionale e che funziona come ente validatore per conto terzi.

Dominus in tutta la vicenda è ARERA, Ente indipendente costruito apposta per controllare tutto il processo (si interessa, ahimè anche di acqua e acquedotti). È Arera ad assumere delibere e determine, e lo fa con facondia, volte a determinare processi produttivi, costi e tariffe: lo ha fatto attraverso il cosidetto Metodo tariffario dei Rifiuti MTR-2. Nonostante il fatto che IFEL (l’istituto di studi di ANCI) abbia più volte affermato, ed in tema proprio di TARI, che le delibere di ARERA devono essere considerate come semplici e mere raccomandazioni, ARERA, ente al di fuori del normale processo democratico, la fa da padrone. Il ruolo dei Comuni a questo punto è relegato in sostanza all’affidamento della gestione del servizio e ad una debole discrezionalità marginale delle tariffe, che poi dovrebbero essere approvate da ARERA. Davvero ben misera cosa, e per i comuni minori ruolo di sostanziale passacarte.

 

Nota del Coordinamento del gruppo Il Rosso non è il Nero

Sul ricorso di SAT e IREN vogliamo rammentare da un lato il nostro sostegno al comune di Savona,che si trova fuori dall'ambito al momento per la situazione di ATA ma in una situazione politica incredibile creata da SAT ( e IREN), che è la società in House degli altri 68 comuni della provincia.

Bisognerebbe poi sapere cosa vogliono fare Regione e Provincia perché la prima vorrebbe puntare ad una Agenzia Regionale, smantellando tutto il lavoro fatto finora.
In ultimo bisognerebbe tornare al piano regionale rifiuti su cui siamo già intervenuti in un incontro col sindaco.

A stare ai quotidiani Toti pensa di chiudere il ciclo con un impianto di produzione di idrogeno da rifiuti o con un inceneritore dai costi così determinati:
300 milioni a carico PNRR e altrettanti a carico di un privato da cercare a fronte di una quantità di rumenta trattabile stimata in 200.000 tonnellate,ponendosi un obiettivo di differenziata abbastanza basso (67%).

Ora dinanzi a questi dati bisognerebbe aumentare la quantità di differenziata e rifiutare le due ipotesi proposte perché non realistiche e non sostenibili economicamente se non con quantità di rumenta,che arrivi dal altre parti d'Italia.
Dinanzi al silenzio ecologista toccherà alle persone di buon senso, quali siamo, farci sentire.

Pino Raimondo ("Il Rosso non è il Nero") consigliere comunale di Borgio Verezzi

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