News01 luglio 2022 17:50

Notti passive: cooperativa condannata in appello

La Confederazione unitaria di Base: "Sentenza vittoriosa, non esistono notti passive ma solo situazioni di supersfruttamento"

Notti passive: cooperativa condannata in appello

Nella giornata di ieri, 30 Giugno 2022, la Corte d’Appello di Genova ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale del Lavoro di Savona che ha visto soccombere una nota cooperativa dell’astigiano (operante però a Pontinvrea) la quale era stata citata in giudizio da un lavoratore cui era stata applicata, ben al di la del dettato contrattuale, la normativa delle cosiddette “notti passive”.

Che cosa sono le “notti passive”?

"Sono - spiegano dalla CUB Savona - quei casi di lavoro notturno nelle strutture residenziali nei quali ai lavoratori viene richiesta la reperibilità con obbligo di residenza nella struttura. 

Qualora tale reperibilità sia richiesta per periodi non superiori ai 10 giorni al mese al lavoratore viene corrisposta un'indennità lorda giornaliera di € 5,16. (art. 57 CCNL cooperative servizi sociali ed educativi. SIC!)

Di fatto, con la scusa che al lavoratore viene concessa la possibilità di “chiudere un occhio” quando gli ospiti sono tutti addormentati, la sua “notte di lavoro” viene retribuita in tutto 5,16 €."

Con il sostegno della CUB Sanità Savonese e dell’avv. Rita Lasagna, che tutela legalmente gli iscritti della CUB ligure, il lavoratore ha avviato un contenzioso contro la Cooperativa, la quale ha preferito sottoporsi al giudizio della Magistratura piuttosto che concordare con quest’ultimo che le sue ore di lavoro meritavano ben altro riconoscimento.

Con sentenza di primo grado del 14/10/21 la dr.ssa Alessandra Coccoli (Giudice del Lavoro) aveva così argomentato la vittoria del lavoratore:

“… ciò che deve essere valutato è se il servizio con permanenza notturna abbia effettivamente consentito un adeguato riposo, sia pure sul luogo di lavoro. Nel caso in esame, come visto, gli educatori durante il turno di notte non erano solamente raggiungibili, ma erano chiamati a passare la notte sul luogo di lavoro con modalità tali da impedire loro oggettivamente la possibilità di dedicarsi ai propri interessi personali e sociali. Il servizio con obbligo di residenza notturna, dunque, oltre che vincolato nel luogo di espletamento, non lasciava liberi gli educatori di riposare e dedicarsi ad attività di loro gradimento (da soli o in compagnia) e richiedeva al contrario un obbligo specifico di vigilanza. Le ore di lavoro del servizio con permanenza in struttura, quindi, sono da computare per l'intero nell'orario di lavoro.”

"La corte d’Appello di Genova ha oggi convalidato la sentenza di primo grado, condannando la Cooperativa alle spese legali e di giudizio, confermando pertanto che non esistono “notti passive” ma solo situazioni di supersfruttamento.

La CUB Savona invita i lavoratori del settore a rivolgersi ai nostri uffici qualora si riconoscessero nelle condizioni di lavoro specificate nella sentenza e volessero giustizia per i propri diritti negati." concludono dalla CUB.

comunicato stampa

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