News19 dicembre 2022 17:08

Sanità: 4 milioni di bla bla bla

“Zero investimenti per l’abbattimento delle liste d’attesa e 4 milioni in comunicazione: la manovra di bilancio senza prospettiva della Giunta Toti”. Che in compenso si prende il merito per la riapertura del centro trapianti del fegato al San Martino

Sanità: 4 milioni di bla bla bla

“Di fronte a liste d’attesa che non riescono a essere smaltite, a causa del totale fallimento del Piano Restart, con un piano socio sanitario non ancora rinnovato, Toti presenta il bilancio senza affrontare il tema della Sanità e non destina un euro in più al sistema sanitario ligure, che invece avrebbe avuto bisogno di grandi risorse aggiuntive, mentre prevede 4 milioni al capitolo comunicazione. Nonostante la situazione drammatica della sanità ligure, non c’è una misura netta, né sul personale, né sui Pronto Soccorso, né sul recupero delle liste d’attesa, né sul supporto al personale sanitario, né sul rafforzamento della medicina territoriale (guardia medica e medici di base), soprattutto nelle aree interne. Risorse in più per nuovi progetti: zero. Nessuna volontà politica di invertire la rotta”, osserva il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno e relatore di minoranza Luca Garibaldi.

“Questa - prosegue Garibaldi - è solo una delle tante contraddizioni che costellano questa manovra. Nella Regione più anziana d’Italia - dove l’età media della popolazione è di 49,9 anni; i NEET sono 32mila (più del numero degli iscritti all’Università di Genova), e l’abbandono scolastico ha percentuali sempre più crescenti - non ci sono misure a sostegno dei giovani per formazione e lavoro. Si pensa invece solo a tagliare, adeguandosi a un trend nazionale, che invece di puntare sull’istruzione pensa ad accorpare istituti e chiudere plessi scolastici. Mentre in una Regione come la nostra, dove ogni due anni si perdono 30 mila giovani, servono azioni straordinarie per assicurare loro un futuro dignitoso e un progetto di vita, invece pensare di agevolare i giovani prevedendo la cancellazione dell’IRAP ad aziende under 35 è una goccia nel mare rispetto alle reali necessità”.

“Siamo di fronte a una manovrina, anche in termini di aiuto alle famiglie e sostegno alla povertà - aggiunge Garibaldi -  non basta tagliare l’IRPEF ai redditi più bassi, per rispondere alle difficoltà economiche che investiranno una fascia sempre più ampia della popolazione a causa dell’inflazione - che in Italia supera l’11% e colpisce in maniera devastante i consumi delle famiglie - e del caro energia, un’emergenza che sta colpendo in maniera diffusa tutto il tessuto ligure. Altre Regioni hanno deciso di definire fondi specifici per calmierare gli impatti più acuti, sia sulle famiglie a basso reddito che su imprese e associazioni. Nel Lazio sono stati stanziati 35 milioni - parametrati alla Liguria, si tratta di 9 milioni di euro - una cifra sostenibile per riattivare crescita e consumi. Eppure, anche in questo caso, non un euro in più a questa voce, né per le famiglie, né per le associazioni, né per le RSA, né per le piscine e gli impianti sportivi. Così come, non si accelera pienamente sulla sostenibilità: 100mila euro per le comunità energetiche, quando nelle altre regioni stanziano 15 milioni di euro, è indicativo della scarsa volontà di scommettere sulle rinnovabili. Una scarsa volontà dimostrata anche  dal mancato rinnovo del Piano energetico regionale scaduto da anni. Uno dei tanti Piani in ritardo, visto che si sta ancora aspettando il rinnovo del Piano sociale, mentre la povertà invece cresce. Quella alimentare ad esempio è cresciuta del 30% e più del 35% dei lavoratori vive di un “lavoro povero”; sono aumentati a dismisura le morosità incolpevoli, senza che venissero accompagnate da aumenti adeguati negli stanziamenti regionali, così come le associazioni antiusura segnalano situazioni sempre più complesse da gestire, ed è in aumento il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Quali reti, quali servizi, quali iniziative di contrasto alla povertà sono state introdotte per ridurre gli impatti della recessione? Anche in questo caso, la risposta è nessuna nuova iniziativa”, commenta Garibaldi.

“La Liguria della Giunta Toti - conclude il capogruppo PD - è una Regione ferma, che non guarda al futuro, ma si ferma ad amministrare l’ordinario. Se i grandi statisti guardano alle prossime generazioni, e non alle prossime elezioni, si deve purtroppo rilevare come le iniziative pensate in questi otto anni dalla Giunta Toti non siano state redatte da statisti, visto il corto respiro delle iniziative messe in campo”.

In compenso, Toti non esita a prendersi il merito del ritorno a Genova del centro trapianti del fegato:

"Nel maggio 2021 il centro è tornato a Genova, una lotta che ho  combattuto in prima fila come Consigliere Regionale e Vice presidente Commissione II Sanità insieme ad altri colleghi Consiglieri di opposizione, penso in particolare a Pippo  Rossetti e Fabio Tosi" ricorda Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa.

"Una battaglia che è andata avanti per anni e che mi ha portato a confronti, anche duri, con  l’allora direttore Generale del San Martino Giovanni Ucci. In quei mesi nessuno sperava o  anche solo prospettava un’apertura del centro trapianti di fegato al San Martino  tranne il sottoscritto. Si tratta di una “vittoria” politica che rivendico con orgoglio. 

Tra gli artefici e protagonisti di questa vicenda voglio ricordare il dottor Enzo Andorno che  ha sempre creduto nella riapertura di questo reparto che oggi rappresenta una delle  eccellenze della sanità Ligure grazie soprattutto al grande lavoro medici, infermieri, oss e  tecnici. 

Toti si assume meriti che non sono suoi. 

Oggi anche il Presidente Toti esce sui giornali con dichiarazioni favorevoli sulla riapertura  del centro, assumendosene quasi il merito. Vorrei però ricordare al Presidente che per anni è  stato fermo, immobile e ha semplicemente deciso di non decidere. È servito l’intervento  dell’opposizione per poter vedere riaperto il centro trapianti di fegato. Ricordo al  Presidente Toti che la sua Giunta si sarebbe accontenta di avere una convenzione con il  Niguarda di Milano per operare i pazienti e le pazienti liguri e che non voleva riportare il  centro il Liguria e non voleva alla direzione il dottor Andorno inventando la possibilità  di inserire alla direzione un fantomatico “cervello di rientro” da Pittsburgh (concordato con  l’Università di Genova) che fortunatamente non è mai arrivato.  

Il centro trapianti di fegato è a Genova dunque grazie alla pressione dell’opposizione e  al passaggio alla direzione generale del San Martino da Giovanni Ucci a Salvatore  Giuffrida" conclude Pastorino.

red