Lettere alla Nuova29 gennaio 2023 18:24

Il benessere invisibile

Pedonalizzazioni, tornare indietro tra qualche tempo sembrerà una follia (di Marco Lima)

Il benessere invisibile

Avete presente le città europee, quelle dove secondo il senso comune si vive bene, quelle capaci di attirare persone e di conseguenza di attivare energie positive? Ecco, uno degli elementi comuni a tutte quelle città è l’opportunità di potersi muovere a piedi, in bicicletta, o con i mezzi pubblici, e ci si può addirittura permettere di non possedere un’automobile.

A Savona invece è impensabile non avere un’auto (chiedere a chi nel periodo del COVID si è trasferito qui dalle grandi città) e girare in bici è pericoloso: chi come me ha provato ad educare i propri figli all’uso della bici come mezzo di trasporto urbano sa benissimo di cosa parlo.

Sono convinto che il modo in cui concepiamo la città, dove la mobilità è pensata in funzione dello spostamento delle automobili e non delle persone, vada radicalmente cambiato.

E lo scoop, che lancio in anteprima, specialmente ai miei colleghi consiglieri di minoranza, è che per cambiare il sistema bisogna cominciare a cambiare!

Le vie appena pedonalizzate avrebbero bisogno di interventi, in modo da diventare più attraenti per i pedoni? Certamente.

La chiusura di alcune vie, come il tratto terminale di Corso Italia, sta portando dei disagi alla circolazione? Si, ed era inevitabile.

Date come assodate le micropedonalizzazioni, ci sono degli aggiustamenti alla viabilità che potrebbero migliorare l’attuale situazione? Non lo escludo. E’ ancora presto per trarre delle conclusioni, e non è di questi punti che voglio parlare in queste poche righe, anche perchè questa amministrazione non si è mai sottratta al confronto con i cittadini, quindi non lo farà nemmeno sul tema delle micro-pedonalizzazioni.

Chiariamo una cosa. Nessuno è felice dei disagi che alcuni concittadini stanno subendo in questi giorni, dovuti ad uno spostamento del traffico veicolare che ancora deve trovare un equilibrio. Non mi scandalizzano quindi i malumori registrati da alcuni cittadini riguardo al traffico. La cosa che mi scandalizza, quella si, è il notare come, specialmente tra i banchi della minoranza, manchi la visione di città.

Mancanza di visione che si può racchiudere nel contest fotografico che sembra essere la nuova moda, alla ricerca della strada deserta.

Qualcuno si aspettava che con 6 °C al sole di temperatura media, una via appena chiusa al traffico potesse diventare Times Square? Immagino che neanche il tratto di Corso Italia storicamente pedonale, quello dove si “fanno le vasche”, pullulasse di gente nel momento delle foto. Ma questo non importa a nessuno, non fa notizia.

Ciliegina sulla torta: la “provocazione”. Portare i tavolini e le birrette in strada, per renderla finalemnte viva. Io vi prendo sul serio cari colleghi, e vi chiedo: perchè no? Quello spazio sarà di chi avrà voglia di utilizzarlo, a partire da chi quella zona la vive perchè ci abita o ci lavora.

Se pensate sia piacevole occupare la strada con questo freddo fatelo, mi unirò a voi. Se invece è un modo per scimmiottare una legittima azione di riappropriamento dello spazio pubblico, allora penso che la città possa farne a meno. Insomma, se siete contrari al processo di pedonalizzazione delle vie del centro storico, non avete che da dirlo.

Per fortuna ci sono molti cittadini che sostengono questa operazione, e tra qualche tempo tornare indietro sembrerà una follia, come sembrerebbe una follia oggi pensare di riaprire il tratto di Corso Italia chiuso al traffico trent’anni fa o ripristinare il parcheggio di Piazza Sisto IV.

Marco Lima

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