"Prendiamo atto della discussione conclusiva del legale di Tirreno Power all'udienza di oggi" fanno sapere da Uniti per la Salute.
"Con il massimo rispetto per le competenze e capacità del difensore della società, ci permettiamo di condensare il nostro modesto commento di associazione di cittadini sulla vicenda processuale in poche semplici considerazioni.
Abbiamo avuto sul nostro territorio per molti anni, in pieno centro abitato, una centrale termoelettrica che bruciava ogni anno enormi quantità di carbone, con le conseguenti emissioni di grandi quantità di sostanze pericolose dai camini e dal carbonile.
Per quanto riguarda ad esempio la sola Anidride solforosa (SO2) a fronte di un valore massimo indicato dalle BAT (migliori tecniche disponibili) stabilite dall'Unione europea di 200mgNm3, l’azienda ha esercito per anni i gruppi a carbone con emissioni di gran lunga più elevate, sul presupposto che non era in grado di fare diversamente; salvo dichiarare, ma solo dopo il sequestro penale del 2014, di essere perfettamente in realtà in grado di rispettare da subito questi valori di SO2 “tale significativa riduzione sarà raggiunta da subito grazie all’implementazione di alcune misure straordinarie di carattere gestionale”.
Qui secondo noi sta un punto determinante, indipendentemente dal fatto che questi valori fossero cogenti o meno, essi comunque costituivano a partire dall'anno 2006 una precisa direttiva del settore, che erano chiamati a seguire tutti i gestori dei grandi impianti combustione d'Europa. Una cautela nei confronti delle migliaia di cittadini che vivono in questo territorio, che Tirreno Power non ha tuttavia rispettato, pur potendolo fare.
Le conseguenze sanitarie delle emissioni della centrale sono state certificate dal massimo ente di ricerca italiano, il CNR, che con lo studio sull'impatto sanitario della centrale ha dato conto dei drammatici numeri sulla mortalità emersi su questo territorio: nei 12 comuni considerati nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti, sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne) del 49%, con punte del 90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini. Studio che è stato presentato al convegno internazionale di epidemiologia ambientale di Ottawa, ed è stato pubblicato su un'importante rivista scientifica internazionale, superando il severo vaglio scientifico di revisori indipendenti. Vedasi https://www.cnr.it/it/comunicato-stampa/8905/mortalita-e-ricoveri-associati-alle-emissioni-delle-centrali-a-carbone-riflettori-su-vado-ligure.
Al di là delle schermaglie processuali che si sono ascoltate e che si ascolteranno in aula, noi riteniamo che il nocciolo della vicenda del carbone sul nostro territorio sia purtroppo drammaticamente racchiuso proprio in quello studio CNR".